(di Giorgio Massignan, VeronaPolis) Non si è ancora capito, o non si vuole capire, che il centro storico di Verona è un organismo fragile, che si è sviluppato nel tempo, dalla sua fondazione realizzata degli antichi romani, sino agli interventi austriaci ed alle “ricuciture” del dopoguerra. Un organismo che si è caratterizzato nei secoli per una eterogeneità di funzioni, che lo rendeva vivo e attivo. Il centro storico era formato da un complesso urbano costituito da residenze, negozi di vicinato, botteghe artigianali, servizi, strutture alberghiere e di ristorazione, in una giusta e corretta proporzione, evitando che alcune funzioni lo monopolizzassero, escludendone altre. Viveva di relazioni sociali, di rapporti funzionali e di collegamenti territoriali.

Purtroppo, dal dopoguerra, si è iniziato a considerare il centro storico soprattutto come un’area ad alto valore fondiario-immobiliare e si è intervenuti con il solo obiettivo di realizzare il massimo profitto di posizione. I risultati sono stati: abbandono dei residenti, dei negozi di vicinato, delle piccole botteghe artigianali e di parecchi servizi. Il centro si è trasformato in un elegante luna park da vendere ai turisti. Ora, con l’intervento della Fondazione Cariverona, attraverso Patrizia Immobiliare Real Estate, società tedesca con sede in Lussemburgo, si intende inserire prepotentemente, in un organismo delicato, una cittadella composta da un hotel di lusso, un grande centro congressi, ristoranti, centri benessere, enoteca etc…, una piccola città indipendente, all’interno della città storica.

La Fondazione Cariverona ha chiesto una variante al Pat e di attivare la procedura semplificata dello Sblocca Italia, per gli edifici ex Unicredit di sua proprietà in via Garibaldi e in via Rosa, che prevede 8.000 mq a destinazione alberghiera 3.000 mq a congressuale, 6.000 a ristorazione, e 3.000 a centri benessere. Da sottolineare l’assenza di parcheggi e gli irrisolti problemi di viabilità. Che rapporti potrà mai avere questa “corazzata urbana” con il poco che rimane del vecchio centro  storico? A mio avviso nessuno, spazzerà via anche gli ultimi residui della sua storia e lo trasformerà, definitivamente, in una zona di solo commercio, ristorazione, centri ricettivi, di benessere e divertimento, ma senza residenti.

Vale la pena sottolineare che nel periodo 2008-2016, nel centro storico, la popolazione residente è diminuita del 9%; le unità commerciali del 18%; mentre le presenze turistiche sono aumentate del 20%.