(di Marco Danieli) Che cosa succede a Verona? Per contagi siamo quelli messi peggio nel Veneto, che pure è la regione che ne registra il maggior numero. Forse perché è quella che fa più tamponi, dai quali risulta positivo il 7%. Ieri i nuovi contagiati nella regione sono stati 3145, di cui 456 solo nella nostra provincia, il doppio delle altre provincie, Vicenza a parte. Era successo così anche nella prima ondata. I morti totali in Veneto sono stati 4374, solo ieri 113, il picco. Mai così tanti. 24 a Verona, uno all’ora, 1139 dall’inizio della pandemia. Negli ospedali veronesi i ricoverati Covid nei reparti non intensivi sono invece calati di 8 pazienti. Diminuiti di 2 unità anche quelli in terapia intensiva. Tuttavia si è verificata la necessità di ricoverare dei malati fuori provincia a causa della saturazione dei letti.
Tutto questo genera preoccupazione, specie se raffrontato con i numeri del resto del Veneto. Perché? Può essere la vicinanza della Lombardia, che continua a detenere il primato nazionale dei contagi, come era stato ipotizzato durante la prima ondata. Ma allora le provincie più colpite erano Bergamo e Brescia, le più vicine al nostro territorio, Brescia addirittura confinante. Ma nella seconda ondata sono le provincie lombarde dove il virus corre di meno. E allora qual è la spiegazione? Perché Verona? Al contrario la provincia di Rovigo si conferma quella meno colpita. Questa differenza potrebbe suggerire una risposta. Più le attività del territorio sono impostate sugli scambi commerciali, sui contatti, sulle esportazioni e le importazioni, più il virus corre in quanto ha più occasioni di passare da un ospite all’altro. Dove invece c’è meno “movimento”, com’è appunto il caso di Rovigo, ecco allora una situazione di minor contagio.