Tutti aspettavano il vaccino, che è l’unica arma che abbiamo contro i virus, non solo il Covid. Adesso il vaccino c’è, ma non è che così tutti i problemi siano risolti. Ce ne sono altri che riguardano le autorizzazioni, la conservazione, la distribuzione. Per le autorizzazioni di solito ci vogliono tempi molto più lunghi per testare sull’uomo gli effetti del vaccino anche a distanza di tempo dalla sua somministrazione. Stavolta però, data l’emergenza mondiale, il via libera da parte dell’Ema, l’Agenzia Europea per i Medicinali, avverrà con una procedura diversa, basata su dati meno completi di quelli normalmente richiesti, dati che comunque devono dimostrare che i benefici superano i rischi.
“Se i dati presentati saranno sufficientemente solidi per trarre conclusioni sulla qualità, sicurezza ed efficacia del vaccino, il comitato scientifico per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Ema concluderà la sua valutazione durante una riunione straordinaria prevista per il 29 dicembre al più tardi”, spiega l’Agenzia per il vaccino Pfizer. Per Moderna si dovrà attendere il 12 gennaio.
Ci sarà quindi “l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata (CMA)” che avviene quando i dati della sperimentazione rischi/benefici non sono completi ma è necessario rispondere rapidamente ad una minaccia della salute pubblica.
Nel frattempo la macchina sanitaria dovrà preparare i frigoriferi per la conservazione dei vaccini che fa fatta a temperature molto basse, non quelle di un frigorifero normale, e programmare le modalità per la sua somministrazione di massa. Non sarà una passeggiata.