La morte di Paolo Rossi, uno dei più grandi campioni del calcio, ha colpito l’Italia intera per l’immagine di grande simpatia di cui godeva. E a Verona, dove ha concluso la sua carriera, ha lasciato il segno presso tanti suoi colleghi che gli sono stati compagni di squadra. Paolo Rossi aveva iniziato la sua brillante carriera a Vicenza, dove purtroppo è deceduto per un tumore. L’aveva scoperto un veronese Giussy Farina, l’aveva lanciato e da lì non l’aveva fermato più nessuno.

Abbiamo sentito il figlio Francesco Farina, attualmente sindaco d Palù, ma con una grande esperienza come manager del calcio e non, ma soprattutto grande amico di Paolo Rossi, che era stato a casa sua proprio pochi giorni fa.
Ho tantissimi ricordi legati a Paolo. Ricordi di sport- ci racconta Francesco Farina- negli anni del Real Vicenza e ricordi personali, vista la stretta frequentazione che avevamo in quegli anni, dovuta al fatto che con mio padre lui aveva un rapporto così stretto che noi lo consideravamo come un altro fratello.”
“Ricordo – 
continua Farina– quando io e Simonetta, che sarebbe diventata la sua prima moglie, partimmo con una vecchia Opel per andare ad  Avellino a vedere una partita di Campionato. Un viaggio allucinante. Lei per amore ed io per passione del calcio. L’anno scorso è venuto a casa nostra con la sua nuova compagna per registrare una parte del film che stava preparando sulla sua vita e che sarebbe stato presentato a Cannes.
E’ stata una bellissima giornata –
 ricorda commosso Francesco Farina– dove si sono rinfrescati tanti ricordi e in cui lui ha ancora dimostrato quello che era, una persona in cui risaltavano sopra a tutto la sua bontà e la sua dolcezza. Paolo è diventato un campione e forse lo sarebbe diventato comunque anche se in pochi sanno la casualità della sua esplosione. Lui era stato preso in prestito dalla Juventus come si prendono in prestito dei ragazzini per farli crescere. Sarebbe stato uno dei rincalzi di quel primo Vicenza di G.B. Fabbri e giocava all’ala destra. Purtroppo il centravanti Sandro Vitali  morì in un incidente stradale e non c’erano i soldi per comperare un altro giocatore. A quel punto non fu un’intuizione di G.B. Fabbri quella di scoprir Paolo come centravanti. Fu una necessità e quindi una casualità che si rivelò una gran fortuna per tutti. A Paolo è legato anche il ricordo del grande scandalo delle buste con la Juventus per aggiudicarsi la metà del suo cartellino. Una vicenda che portò addirittura alle dimissioni dell’allora Presidente della FIGC Franco Carraro. Il Vicenza si aggiudicò l’asta e poi fui io, tre anni dopo, a firmare il contratto con Boniperti che riportava Paolo alla Juventus.”