Il mercato non solo crede alla fusione, ma la vuole proprio. Ed ogni giorno che questa eventualità sembra allontanarsi, i risparmiatori puniscono il titolo Banco BPM. Oggi la chiusura registra un calo del 2,37% dopo che nelle ultime due settimane la contrazione complessiva è assai vicina al 9%. Soltanto oggi sono passate di mano circa 9 milioni di azioni contro i 21 milioni scambiati nell’ultimo mese. Che sta accadendo? I segnali per una fusione prossima fra Banco BPM e BPER Banca erano e restano forti: le due banche sono complementari; hanno radici comuni nell’imprenditoria e nella cooperazione agroalimentare; provengono da regioni contermini e si conoscono perfettamente. Insieme, diventerebbero il terzo polo bancario italiano, fortemente radicato a Nordest, l’area che potrebbe conoscere la ripresa più significative del 2021. Per l’agenzia Reuters, ci sarebbe stata in questi giorni un’intensificazione dei contatti tra Bper Banca e Banco BPM che potrebbe portare ad una business combination già nel primo semestre del prossimo anno. L’accordo sarebbe, dicono i rumours, carta-con-carta, quindi senza uscita di liquidità dai due forzieri, così la fusione tra i due gruppi sarebbe sostenibile dal punto di vista del Common Equity Tier, ipotizzando il riconoscimento delle DTA per coprire gli oneri di ristrutturazione.

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Secondo le fonti Reuters, Bper Banca aspirerebbe ad un merger of equals, uno scenario che potrebbe però trovare l’opposizione della frammentata base azionaria di Banco BPM, considerando le differenti valutazioni delle due banche. L’accordo riguarderebbe ovviamente anche il risparmio gestito: per Equita SIM, nel caso di una business combination tra Banco BPM e Bper Banca, aumenterebbero le probabilità di un conferimento di Arca in Anima Holding. Questa operazione avrebbe senso da un punto di vista industriale, sarebbe sostenibile senza aumento di capitale e con possibilità di estrarre sinergie di costo e di creazione di valore per gli azionisti di Anima Holding. Le analisi non trovano però conferme ufficiali nei due istituti.

Insomma, sono tutti d’accordo che il deal sarebbe un buon affare ed è proprio il ritardo nel chiudere l’operazione che anima sospetti e delusioni. Bper Banca, al momento, è impegnata a digerire le filiali ex UBI Banca su cui ha messo le mani nelle scorse settimane. Una digestione “lenta” che impegnerà gli emiliani sino alla primavera inoltrata. Insomma, chi puntava ad una speculazione veloce è rimasto col cerino in mano. Ma che l’operazione abbia un senso è la convinzione di moltissimi analisti.