(di Gianni de Paoli) Covid: arrivano i vaccini! L’agenzia europea (EMA) che dà il permesso di metterli in circolazione il 21 dicembre formalizzerà l’autorizzazione per quello della Pfizer. Avrebbe dovuto farlo il 29, ma la Germania, dove il virus si sta diffondendo a macchia d’olio, ha fretta. Ha fatto la voce grossa e l’EMA ha obbedito. Tanto per capire chi comanda in Europa. Il 27 si potrà cominciare con il vaccino Pfizer. Poi seguiranno le autorizzazioni per gli altri.
Non sarà così semplice vaccinare 60 milioni di italiani. Non tutti si fidano. Primo problema: renderlo obbligatorio o no? C’è poi quello della conservazione a 80° sotto zero per il vaccino Pfizer. Poi c’è quello delle siringhe. Il Ministero della Salute le ha ordinate tardi, alla fine di novembre. Difficile che siano disponibili ai primi di gennaio, tanto che Zaia, gattone, ha detto che il Veneto, a scanso di non averne, se l’è comprate per conto suo. Ma il problema dei problemi sarà la distribuzione e la somministrazione.
Su 60 milioni di abitanti il Ministero ne ha ordinati 40 milioni. Forse perché prevede che un italiano su tre non si vaccinerà. Boh. Non sarà uno scherzo vaccinare in tempi brevi 40 milioni di persone. Ed è questo il punto. Per quale ragione il governo ha deciso di complicarsi la vita accentrando su di sé l’esclusiva della somministrazione del vaccino? E di complicarla anche ai suoi cittadini, dato che li conosciamo i metodi, le lungaggini, i ritardi e le code delle attività gestite dal pubblico. E’ ovvio che le vaccinazioni del personale sanitario e delle case di riposo vengano gestito dalla macchina sanitaria. Ma perché un cittadino qualsiasi non può andare a prendersi il vaccino in farmacia e farselo a casa sua, come s’è sempre fatto per l’antinfluenzale? Perché lo Stato, giustamente, vuole monitorare chi l’ha fatto e chi no. Giusto. Ma basta che il farmacista registri e memorizzi il documento di chi l’ha acquistato in modo da avere tutti i dati ed impedirne l’incetta a scopo speculativo. Invece ci vogliono mettere tutti in fila, allineati a fare una punturina (nella foto, l’indimenticabile vaccinazione polivalente per i militari di leva…) che ognuno potrebbe fare a casa sua. L’Ufficio complicazioni delle cose semplici in Italia è sempre aperto. Anche in tempi di pandemia.