(di Giovanni Serpelloni) Una nuova variante di coronavirus più aggressiva del SARS-CoV2 è stata individuata e si sta diffondendo nel sudest dell’Inghilterra, rilevata anche in Danimarca, Olanda e Australia. Variante isolata qualche ora fa (notiziario Rai ore 20.00 del 20.12.2020) anche in Italia all’Ospedale Militare Celio di Roma. Ad oggi vi sarebbero state ben 23 mutazioni in poche settimane tra cui la più preoccupante è la N501Y nella proteina spike che rappresenta il punto di aggancio del virus con le cellule umane e che agevola tale contatto ed entrata nella cellula.
La nuova variante di coronavirus individuata è “fuori controllo”, ha dichiarato dal ministro alla Sanità britannico, Matt Hancock ed ha una maggiore trasmissibilità. Non ci sono però ancora prove (che di solito arrivano più tardivamente) che vi sia anche una maggior gravità clinica. Ora vi è la necessità urgente di verificare se questa variante si trova già in Italia e vi è la necessità di mettere i laboratori in grado di identificarla immediatamente. La nuova variante è comparsa questa estate in Spagna. Individuata anche in Danimarca, Olanda e Australia, come riportato dall’OMS.
Non sappiamo inoltre se la risposta immunitaria che dovrebbero produrre i vaccini coprirà anche questa variante virale. Le variazioni virali non sono una novità. Già altre varianti erano state individuate a Shanghai dopo la prima epidemia. il ministro inglese ha dichiarato inoltre che la capacità diffusiva della nuova variante è del 70% superiore. Il governo italiano ha decretato lo stop dei voli dall’Inghilterra così come Belgio e Olanda. Ma ora la domanda è: che cosa succederebbe se questo nuovo virus attivasse una nuova epidemia anche in Italia?
La maggiore capacità di diffusione di questo virus mette ancora più in rilevanza la grave situazione di insufficienza organizzativa del nostro sistema sanitario sia per la parte ospedaliera, ma ancora di più per quella territoriale. Ad oggi infatti siamo già da tempo oltre la linea rossa e non sono state affrontate riforme e riorganizzazioni importantissime e fondamentali che sarebbero state necessarie già per fronteggiare la situazione attuale. Il personale sanitario è allo stremo. Se dovessimo affrontare questa nuova ondata con virus modificato e più diffusivo, stante le condizioni odierne, non saremo assolutamente in grado di farlo. Nel frattempo è stata indetta una riunione tra Francia, Germania e l’Unione europea in relazione alla nuova variante di coronavirus. E l’Italia dovè?
Teniamo anche conto che la nuova variante potrebbe non essere individuabile dagli odierni metodi diagnostici. Non potremo così isolate precocemente i contagiati. Uno scenario che avanza mentre i nostri maggiori responsabili si occupano principalmente di come organizzare le vacanze di Natale agli italiani e non, in via prioritaria, di come riorganizzare, sostenere ed espandere il sistema sanitario pubblico, preparandolo stabilmente per il futuro prossimo. Mancano di fatto (al di là delle parole) decisioni risolute, competenti ma anche programmi di aiuti concreti ed immediati alla popolazione e al sistema produttivo. Sperando che l’improvvisazione, la superficialità e l’incompetenza lasci presto il posto a una nuova leadership più preparata e che sappia anche compensare con misure sociali appropriate lo scarso senso di responsabilità individuale che ancora e purtroppo molti cittadini non hanno dimostrato.