(di Stefano Tenedini) Quando una crisi è globale, pervasiva e brutale come il Covid-19, non c’è nessuno che può dirsi al riparo. E per le donne è ancora peggio. Sono tra le prime che perdono il lavoro o lo vedono peggiorato e immiserito. Se hanno un impiego, si somma al resto delle fatiche quotidiane: la casa, gli anziani da assistere, i figli, magari da seguire per sopperire alle carenze della scuola a distanza. In tutto questo l’economia della famiglia si impoverisce, crescono la tensione, l’insoddisfazione, la rabbia per la situazione che sfugge di mano mentre i sogni e le speranze restano sullo sfondo e s’appannano ancora un po’.
Le storie così, storie minime e personali, non ancora drammi sociali ma lì lì per diventarlo, si nascondono in ogni angolo delle nostre città. Bisogna affrontarle con cure speciali e con ricette fatte di attenzione, amicizia, affetto, comprensione. Rimedi da donna a donna. Ne sono convinte adesso più che mai Beatrice Vedovi (a destra nella foto) e Monica Bertini, che all’etichetta delle formatrici preferiscono quella più aggraziata di “facilitatrici dell’apprendimento”. Il mondo femminile si sta aprendo ma ha ancora bisogno (soprattutto in questa situazione di crisi) di un sostegno per potersi dispiegare in maniera più efficace.
“Molte donne hanno progetti o vivono una vita che vorrebbero diversa”, dicono, “ma non sanno capire da dove partire. Ci siamo passate anche noi, e ciò ci consente di capire come poterle aiutare. Beatrice si racconta così: “Amo mettere al centro la persona, sviluppare e valorizzare il capitale umano. Credo che ciascuno abbia la possibilità di sperimentarsi e di apprendere per tutta la vita”. Monica, che ha all’attivo l’esperienza come personal coach, segue la sua passione: “La crescita, la trasformazione e la realizzazione del progetto di vita delle persone, nella vita personale come nel lavoro”.
Di qui la voglia di proporre alle donne non dei corsi, ma dei percorsi per indagare insieme sulla realtà femminile, per farsi domande e tentare di dare dei suggerimenti, se non delle risposte. Ragionare su problemi e soluzioni, trovare nuove strade per proseguire verso la realizzazione di sé ma anche su cosa significa essere donna nel mondo di oggi, con tutta la forza che riconosciamo loro ma anche con le mille e mille complessità che la realtà di oggi lancia sul loro cammino. E che le rallenta ma suscita in loro anche la voglia di ripartire.
Per questo hanno creato a Verona Le Fil Rouge, un percorso per il coaching “al femminile”, che in questo periodo di lockdown e di aperture a singhiozzo è stato progettato per essere seguito online. Abbiamo chiesto a Beatrice e a Monica su quali progetti Le Fil Rouge vuole chiamare le donne a confrontarsi. Ecco qui di seguito le loro risposte (e altre informazioni sono reperibili sull’omonimo gruppo Facebook). Ma prima abbiamo chiesto loro di svelarci una curiosità: da dove deriva il nome di questa iniziativa, che sembra quasi un gioco? “È una storia popolare di origine cinese, da sempre diffusa anche nel Giappone. Secondo la tradizione ogni persona porta, dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra, che lo lega per sempre alla propria anima gemella. Un filo indistruttibile: le due persone infatti sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi”, spiegano.
“I progetti dai quali siamo partite sono due: li abbiamo chiamati La bussola delle emozioni e Dal caos all’ordine. Il nostro obiettivo è di fornire attraverso i nostri percorsi strumenti concreti, utili e funzionali alle persone che si avvicinano a noi, che le rendano autonome e indipendenti per costruire un loro progetto di vita, ma che siano soprattutto realizzate”.
La bussola delle emozioni parte da un presupposto comune a molti che sentono il bisogno di sciogliere la “confusione emotiva” e orientare le emozioni nella giusta direzione: essere consapevole di meccanismi comportamentali legati alle emozioni che creano disagio aiuta a rispondere adeguatamente invece di reagire istintivamente. Attraverso tecniche semplici e immediate si apprende come gestire le emozioni e a viverle meglio, con consapevolezza ed equilibrio: e per allenarsi ci vuole pratica. Riflessione interiore e azioni concrete, quindi, perché con gli strumenti adatti si può uscire dallo smarrimento e dalla confusione.
Lungo il cammino si impara prima di tutto a sentirle, le emozioni: a provarle, a riconoscere che effetto producono sul corpo e sulla mente. Perché le emozioni in fondo meglio farsele amiche. In seguito bisogna imparare ad accoglierle nel bene e nel male, capire come si può reagire all’insorgere di un’emozione e diventare protagonisti della propria esperienza. Per finire bisogna passare all’azione, vivere il cambiamento e raccoglierne i risultati.
Dal caos all’ordine significa invece dare una nuova direzione alla propria vita, scoprire quel progetto di vita che si custodisce al proprio interno e dargli forma. Il percorso di coaching di Le Fil Rouge porta a riflettere e riconoscere ciò che occorre per allenarsi a vivere la vita in modo pieno e felice. A chi si rivolge questo progetto? “Alle donne che vogliono trovare se stesse e riconoscere la direzione da dare alla loro vita, a chi vorrebbe superare ciò che le blocca nel realizzare il proprio progetto e a chi vuol rendere la vita significativa, felice e appagante”, rispondono Beatrice Vedovi e Monica Bertini.
“Imparando a conoscersi otterranno consapevolezza dei talenti e della loro forza interiore, gli strumenti per orientarsi nella vita e azioni concrete da attivare subito, e riconosceranno cosa le spinge a seguire il loro percorso con passione ed entusiasmo. E anche noi crediamo nella forza del cambiamento: perciò siamo convinte che ciascuno può e deve realizzarsi”.