Ci stiamo riprendendo il possesso della città: Federico Sboarina usa questa immagine per Veronetta – dove il prossimo anno partiranno due riqualificazioni importanti: il parco della Passalacqua e il recupero di Palazzo Bocca Trezza – , ma è, in fondo, il senso della conferenza di fine anno dell’amministrazione di Palazzo Barbieri. Che, dopo aver superato un 2020 completamente al di fuori dell’ordinario, vuole iniziare a “monetizzare” nel 2021 molti dei progetti avviati. E’ un lungo elenco di progetti che vedranno lo start. Si vedrà l’avvio della multi utility berico-veronese; si vedrà la progettualità nell’ex scalo merci; si vedranno le ruspe e i cantieri all’Arsenale dove verranno abbattute le costruzioni non importanti dal punto di vista storico-architettonico e dove si inizierà a lavorare sui tetti. Per le infrastrutture, Sboarina annuncia che la variante alla statale 12 verrà inserita nelle opere del “decreto Cortina” (dato che Verona ospiterà nel 2026 la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali) e quindi ne vedremo la realizzazione entro quell’anno. Ci sono poi i cantieri per il rifacimento dei due principali caselli autostradali della città: quello sulla A4 che verrà ribaltato a sud con l’adeguamento della viabilità d’accesso alla città, e quello sulla Brennero che toglierà le strozzature nel traffico attorno al Quadrante Europa.

Fra le novità del 2021, il ritorno in pista del progetto del nuovo stadio Bentegodi: rallentata la progettazione causa covid entro giugno si vedrà il progetto esecutivo e si conosceranno i nomi dei reali investitori internazionali. Sarà poi l’anno del rifacimento dell’illuminazione della intera città con il passaggio al Led, una rinnovata sicurezza col contemporaneo abbattimento dell’inquinamento luminoso ed ambientale, e alla nuova visione architettonica delle luci della città che riguarderà le quattro porte storiche di accesso e Corso Porta Nuova che tornerà ad essere “visibile” come si deve. Ci saranno poi i lavori collegati alla variante 29: già 89 le richieste di intervento in città in aree degradate o dismesse. Vogliono dire commesse ai progettisti ed alle imprese edili; licenze e contributi pagati alle casse del Comune: un impressionante volano economico.

Il 2021 per Federico Sboarina sarà, salvo nuove sorprese, l’uscita definitiva di Verona dall’emergenza col ritorno di quel terziario che è scomparso quest’anno – dalle fiere alla stagione degli eventi e della lirica in presenza – la cui assenza pesa come un macigno nel bilancio della città. «Partiamo dall’orgoglio delle prove superate come amministrazione: dal covid-19 all’uragano del 23 agosto; un orgoglio testimoniato dalla risposta dei veronesi alle difficoltà con una città rimessa in ordine nel volgere di 24 ore dalla tormenta. Quell’immagine, che ha fatto il giro d’Italia, è la cifra della nostra comunità».

All’elenco del Sindaco mancano però un paio di interventi che consentiranno, o meno, un concreto rilancio economico per Verona: l’aumento di capitale di VeronaFiere (dove il Comune è il primo azionista) per evitare una “nazionalizzazione” de-facto che porterebbe al riassetto delle specificità delle singole realtà fieristiche in Italia; il rilancio del Valerio Catullo senza il quale portare turisti e businessmen in città (passeggeri veri e non solo traffico charter), e non a Venezia, resterà una utopia. Questi dossier avranno un impatto diretto sulla ripartenza della città. Altro “non detto” della conferenza stampa, anche il futuro politico personale del sindaco: entrerà o no in Fratelli d’Italia? Sarà -oggettivamente- una delle sue decisioni chiave del 2021 in vista della candidatura al secondo mandato.