(di Carlo Rossi) E’ la seconda più antica distilleria di Verona, si trova a Castelnuovo del Garda, nella storica frazione di Sandrà , e merita sicuramente di essere visitata: la Distilleria Scaramellini venne fondata nel 1921 dal mastro distillatore Antonio Scaramellini da Campolcino, piccolo comune della chiavennasca. Nel 1922 nasce la prima, mitica, Grappa di Bardolino da litro. In piena seconda guerra mondiale, nel 1940, iniziano i primi esperimenti della distillazione della Grappa di Recioto, nobile antenato dell’odierno famoso Amarone. Successivamente, nel 1978 grazie alla sapienza antica della Valle San Giacomo per le piante montane officinali Antonio Scaramellini  introduce la Grappa alla Ruta. Infine negli anni ottanta dalla grande notorietà raggiunta nasce la leggendaria Grappa di Amarone.

In casa Scaramellini – oggi continuano la tradizione  Giambattista, erede dell’attività del papà, e i suoi figli Andrea, Alberto e Antonio – la qualità è una regola aurea. Tutta la filiera di produzione delle grappe osserva il criterio di non cedere a facili compromessi. Per la grappa forse più iconica della casa, la Grappa all’Amarone, la metodologia di lavorazione unitamente alle piccole quantità di vinaccia fresca che viene lavorata in ogni “cotta” permette il pieno e vigoroso passaggio alla grappa di tutti i caratteristici aromi e sapori del grande vino da cui proviene.  Una grappa inimitabile per complessità di bouquet e naturale morbidezza di corpo esaltata dall’invecchiamento per almeno 12 mesi in pregiati legni.  Si presenta alla vista color giallo ambrato chiaro. Al naso bouquet intenso e aromatico, nella quale troviamo una forte componente fruttata (frutta tendenzialmente secca) e aromi terziari derivanti dall’utilizzo di un buon legno. In bocca elegante, avvolgente, passionale e con un finale persistente.

Sandrà è una frazione con vicende significative. Di qui è passato anche il Risorgimento. Un esempio? il ritrovamento da parte dello storico locale Franco Corsini dell’associazione Saletto, dell’epistolario inedito tra Giacomo Leopardi e il giovane conte e studioso veronese Giacomo Mosconi, che a Sandrà aveva la villa delle vacanze estive. Incontrò il poeta a Firenze nel settembre del 1830. A fine 1831 il poeta di Recanati risponde a Giacomo Mosconi circa la pubblicazione della sua raccolta di poesie: «I miei versi, poiché ha la bontà di domandarmene, sono pubblicati in Toscana già da alcuni mesi, ma vietatane da cotesto governo l’entrata nel Regno Lombardo Veneto, come già delle altre edizioni».