L’ufficializzazione dei componenti scaligeri nel Cda di AGSM-Aim ha riacceso le polemiche politiche: Sinistra in Comune e Traguardi tuonano oggi contro il “manuale Cencelli” – gioia e dolori della nostra repubblica – che ha assegnato due componenti su tre a esponenti dei partiti e dei movimenti civici al governo della città (il terzo, com’è noto, è un manager di sicura esperienza professionale, non collegato alla politica locale, chiamato a fare il consigliere delegato). Traguardi attacca, tanto per marcare il terreno in vista delle prossime Comunali, anche il Pd reo di non aver appoggiato la candidatura di Federico Testa per le minoranze. Ora, è vero che la politica ha memoria corta, ma fino al maggio scorso il problema di Agsm non era proprio nella presidenza non-politica che non si riconosceva nel Consiglio comunale (che invece rivendicava il suo ruolo di Azionista dell’azienda) e che, anzi, faceva del suo essere non-politico punto di orgoglio?
Chi ha assistito agli ultimi incontri sul web fra Daniele Finocchiaro (nella foto il giorno del suo insediamento), i suoi consulenti, e i consiglieri comunali ha visto come il dialogo fra questi mondi era impossibile. Due sordi destinati a non intendersi mai. E infatti, nessuno in Consiglio comunale si è stracciato le vesti alle dimissioni di Finocchiaro (che sembra parli ora della vicenda come di un Vietnam, una vera e propria giungla dove i nemici erano ovunque e talvolta pure fra gli amici, più complicata della sua Sicilia…). Anzi, il sorriso di compiacimento per aver fucilato uno “di fuori” era palese e assai diffuso.
Francamente non si capisce la polemica: se è un tecnico per i politici il dialogo è impossibile, a meno che non sia soltanto un signorsì (cosa oggettivamente impossibile da aversi vista la enorme differenza di skill professionali in campo, oggi come sei mesi fa); se è un politico, ma di campo avverso, è clientelismo e non segno di professionalità. Certamente, Federico Testa ha tutte le qualità e le competenze per guidare una multi utility o il suo Collegio sindacale (infatti guida l’ENEA che è cosa ben più importante), ma semplicemente fa riferimento ad un’area politica che oggi non è al governo della città.
Accade così in tutte le Città del mondo: chi segna, regna si dice al campetto…vale anche a Palazzo Barbieri. E non è uno scandalo. Fra diciotto mesi si vota, i veronesi hanno tutto il tempo di farsi un’opinione diretta su questo Cda e su quelli che l’hanno preceduto.