(di Gianni De Paoli) Nella conferenza stampa per fare il punto sul Covid, Luca Zaia ha detto che secondo lui le elezioni non bisogna farle adesso. Interpellato sulla crisi di governo, ha osservato che le elezioni sono momento essenziale della democrazia, ma non è questo il momento per farle. Una posizione molto diversa da quella di Salvini e della Meloni che invece vogliono tornare subito alle urne. 

E’ piuttosto strana questa sua posizione. Non solo perché lo pone in una posizione diversa da quella del segretario del suo partito e del comune sentire della grande maggioranza del centrodestra. Ma anche perché solo nel maggio scorso, appena usciti dal lock-down, quando nel Veneto bisognava fare le regionali, poi rimandate a settembre, Zaia voleva che si celebrassero. Non era d’accordo che il Covid fosse una scusa per interferire nella vita democratica del paese. Bisognava votare. Punto e basta. Anche perché lui doveva essere rieletto. Come è regolarmente avvenuto dopo qualche mese con un plebiscito: col 78%.

Zaia è bravo, affidabile, serio. Nessuno dice di no. E’ uno dei governatori più apprezzati ed ha un alto gradimento fra gli italiani. Ma non può remare contro la linea politica del suo partito e della coalizione. Non è opportuno che rompa il fronte del centrodestra impegnato a ottenere le elezioni anticipate, condizione per poter poi andare al governo del paese.  E non è bello che usi due pesi e due misure. Se le elezioni erano buone a maggio, a maggior ragione devono esserlo adesso che la situazione politica si è deteriorata e il Paese si trova senza una guida affidabile e condivisa in un momento grave come questo.