Cercheremo una soluzione bonaria, come fatto in passato ma avendo sempre il sindacato contro, ma le critiche della politica sono immotivate. L’Istituto assistenza anziani risponde ai Consiglieri del Comune di Verona La Paglia, Bertucco, Benini, Vallani e Tosi: in una nota, il Cda attuale – che ha ereditato alla precedente gestione questa questione (sono state pagate somme in più ai dipendenti, alcuni dei quali oggi pensionati, per errori amministrativi ed ora di queste somme viene chiesta la restituzione. ndr) irrisolta da tempo – «rilevato che la non veridicità di quanto riportato potrebbe ingenerare nel pubblico l’errata convinzione di comportamenti improvvisi ed illegittimi dell’amministrazione dell’Istituto, si vede costretto alle seguenti precisazioni:
a) non è stato l’IAA che ha portato in causa i lavoratori; sono stati, invece, alcuni lavoratori (circa 170 – coordinati da FP CGIL, CISL FP e CSA) che hanno deciso di portare in Tribunale l’Istituto, chiedendo di vedersi riconosciute, in media, somme per circa € 8.000,00 ciascuno;
b) la problematica connessa all’erogazione delle indennità e delle progressioni economiche orizzontali – PEO (la cui eventuale illegittimità deriva dalla mancata sottoscrizione da parte dei Sindacati e delle precedenti Direzioni del contratto integrativo decentrato, adottato per la prima volta, ed invia unilaterale, da questo Consiglio di Amministrazione nel 2019) era questione nota a tutte le sigle sindacali presenti in Istituto, per essere stata oggetto di discussione in più occasioni tra la Direzione e le organizzazioni stesse;
c) la richiesta di restituzione delle indennità e delle PEO era atto dovuto e non soggetto a potere discrezionale del Consiglio di Amministrazione;
d) il Consiglio di Amministrazione dello IAA, ripetutamente, ha invitato le Organizzazioni Sindacali alla trattativa anche sulle questioni oggi oggetto della domanda riconvenzionale, onde verificare ipotesi di definizione senza prelevare somme ai lavoratori, ricevendo sempre risposta negativa.
Anche oggi dal Pd Anna Maria Bigon e Alessia Rotta, consigliere regionale e parlamentare, hanno stigmatizzato l’accaduto: «Esprimiamo vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Istituto Assistenza Anziani i cui diritti vengono attaccati da parte dei vertici della struttura con un cinismo e una sfrontatezza senza precedenti.
Nel momento più delicato della seconda ondata del Coronavirus, i vertici dell’Iaa, anziché stringersi attorno agli operatori per dare il massimo sostegno possibile agli ospiti già decimati dalla pandemia, ingaggiano una insensata e inutile guerra sindacale con la minaccia di spoliare i dipendenti di tutte le progressioni economiche, le indennità e i premi riconosciuti ricevuti negli ultimi 10 anni.
Riteniamo tale comportamento inaccettabile e indegno di un Paese civile, in primo luogo perché l’azione intentata è iniqua e chiaramente intimidatoria nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, e in secondo luogo perché la guerra sindacale in atto non potrà non avere riflessi negativi sulla qualità del servizio, come evidenziato anche dal fitto calendario di contro iniziative che le organizzazioni sindacali sono state costrette ad approntare.
Prendersi cura degli anziani nelle strutture protette o assistite significa anche e soprattutto creare le condizioni nelle quali la vita degli ospiti e il lavoro degli operatori possano svolgersi nella dovuta serenità, soprattutto in una situazione di emergenza come l’attuale che ha già visto troppi lutti tra gli anziani. Chi non è in grado di mantenere tali condizioni non merita di lavorare in questo settore».