(di Bulldog) Mettiamola così: è meglio se la Consob sta prendendo un abbaglio. E’ meglio se le verifiche sulle compravendite record di azioni Cattolica nell’immediatezza delle operazioni topiche della compagnia portino a bravi trader, dall’occhio lungo e dalla grande competenza. Perché se invece il contrario – cioè se quanto ipotizza la Consob, l’insider trading – si rivelasse realtà per Verona sarebbe una botta impossibile da reggere.
La stangata perfetta. Durata anni che hanno visto migliaia di risparmiatori, soci, “compagni nella fede“, cornuti e mazziati, dai risparmi bruciati, fottuti alla grande usando come leva quell’aggettivo, che aggettivo non è, “Cattolica”. Sarebbe peggio di AntonVeneta; sarebbe peggio delle “baciate” della Popolare di Vicenza; sarebbe peggio dei diamanti piazzati allo sportello o delle obbligazioni con trappola annessa. Quello che ipotizza la Consob, l’autorità che regola il mercato dove si tratta il risparmio degli Italiani, la merce più preziosa che c’è, è gravissimo, è un’offesa a tutti, anche a chi non ha mai posseduto un’azione Cattolica e magari neppure si sogna di mischiare il denaro con quell’aggettivo che aggettivo non è.
Ma se così è stato, il redde rationem non può fermarsi a chi ha utilizzato per proprio interesse personale delle informazioni riservate che hanno stravolto la vita di 18mila soci e 30mila azionisti.
Questa città deve chiedersi se basta qualche migliaio di euro di pubblicità per far girare la testa da un’altra parte; se basta organizzare seminari e “scuole di cultura politica” per mettere le mani sulle posizioni chiave della città e perché nessuno vi ha trovato mai niente da dire; se chi ha il “monopolio” di quell’aggettivo che aggettivo non è, non abbia mai visto qualcosa di strano; e come mai i tanti gruppi più o meno grandi di azionisti organizzati si siano accontentati di uno strapuntino…Le domande da porsi in questo cupio dissolvi sarebbero davvero tante se la Consob ci azzeccasse.
E’ davvero il caso di sperare che quella della Consob sia soltanto un’ipotesi di lavoro, una richiesta di informazioni e nulla di più. E che così finisca prima dell’arrivo delle Generali, sempre più simili a un cavaliere bianco che a un leone…
Questa l’agenzia uscita questa sera, a mercati chiusi. E’ una Radiocor, del Gruppo Il Sole 24 Ore. La riportiamo integralmente: «In tutto giugno, il mese chiave per il riassetto di Cattolica e la firma della joint venture con Generali, i volumi medi giornalieri sul titolo della compagnia veronese sono stati pari a 3,38 milioni di pezzi, oltre cinque volte la media dei sei mesi precedenti (663mila) e di quelli successivi (604mila). E’ questo il numero che balza all’occhio dopo la notizia che Consob ha avviato accertamenti in merito all’intesa tra Cattolica e Generali allo scopo di verificare, tra l’altro, se sussistono ipotesi di abuso di informazioni privilegiate.
Certo, per Cattolica si e’ trattato di un mese ‘di fuoco’, in cui Ivass ha chiesto l’aumento di capitale da 500 milioni e poi e’ stata appunto trovata un’intesa con Generali (che apportera’ poi 300 milioni), e cio’ – secondo gli operatori – in parte puo’ spiegare il balzo dei volumi. Tuttavia, non si puo’ prescindere dall’analisi dei volumi stessi in occasione di alcune giornate chiave per la compagnia.
Il primo giugno, per esempio, la società rende noto che l’Ivass ha chiesto un aumento di capitale da 500 milioni e il titolo crolla di quasi il 17% con volumi scambiati di 7,93 milioni. Più che logico vista la portata della notizia così come lo sono i 16,7 milioni di azioni passati di mano il 25 giugno, il giorno in cui – prima dell’apertura dei mercati – viene annunciata l’intesa con Generali, che salirà al 24,4% valorizzando le azioni Cattolica con un ricco premio, tanto che il titolo della ex coop quel giorno balzerà del 38%.
Balzano all’occhio invece i volumi di 48 ore prima, quando l’arrivo del Leone e’ ancora top secret: e’ la seduta del 23 giugno, quando si scambiano in Borsa 2,27 milioni di azioni.
Ci sono altre due sedute, inoltre, in cui i volumi salgono oltre i 4 milioni di pezzi, sono quelle di venerdì 5 giugno e di lunedì 8 giugno, giorno in cui il titolo schizza del 9,5% anche sulle scommesse di trasformazione in spa. La sera di quel lunedì, a mercati chiusi, Cattolica avrebbe comunicato la possibile sottoscrizione a fermo di una parte dell’aumento di capitale da parte di un investitore istituzionale, che poi si è rivelato essere Generali».