(s.t.) Non c’è proprio aria di pace in Lungadige Cangrande. Non bastassero una sequela di contestazioni dell’Ivass, o la severa presa di distanza della Curia dal presidente ormai in uscita Bedoni emersa tra le righe del settimanale diocesano veronese Verona Fedele, o il continuo smantellamento del valore azionario del titolo (che oggi ha perso un altro 3,36% chiudendo a 3,85€/azione come evidenzia il grafico, il 30% in meno del prezzo pagato dalle Generali per entrare in Lungadige Cangrande), e cco che a freddo arriva la notizia che anche Consob ha alzato il livello di attenzione sulla società scaligera. Nel mirino, secondo quanto riportano Il Sole 24 Ore e l’Ansa, ci sarebbe il recente accordo di partnership fra Cattolica e Generali, che ha visto il Leone salire al 24,4% della compagnia veronese sottoscrivendo un aumento di capitale da 300 milioni.
In dettaglio, la Divisione Mercati della Commissione di controllo sulle Società e la Borsa ha mandato una richiesta di informazioni alle due compagnie per ricostruire l’iter che l’estate scorsa ha portato all’accordo. Secondo quanto ricostruito dall’edizione web de Il Sole 24 Ore, la Consob nei giorni scorsi non ha chiesto a Cattolica Assicurazioni notizie generiche sull’operazione siglata col Leone di Trieste, ma ha mirato dritta a un punto: l’ipotesi che sia stato commesso un abuso di informazioni privilegiate. Una richiesta di informazioni che nasce dall’articolo 187 del Testo unico della Finanza, il quale riconosce a Consob poteri di vigilanza investigativa in caso di insider trading e manipolazione di mercato.
Nella lettera spedita da Consob alla società veronese vengono infatti chieste informazioni dettagliate rispetto all’iter che ha portato all’avvio della trattativa la quale s’è poi conclusa con l’intesa di partnership tra quello che ormai gli analisti (ma anche e gli azionisti e i soci, va detto) ormai chiamano “l’angelo caduto” e il colosso assicurativo. In ogni caso la stessa lettera sarebbe arrivata anche sul tavolo di Generali. In sostanza gli ispettori della Consob che vigilano sulla correttezza dei mercati hanno chiesto di ottenere i dati identificativi non solo “di esponenti, dipendenti e collaboratori” delle due compagnie coinvolti dall’inizio nel progetto, ma anche di tutti i consulenti che nel tempo hanno lavorato all’operazione.
Nel quadro di quella che si presenta come una vera e propria contestazione, in proposito è stata sollecitata anche “la cronologia delle attività, degli incontri e dei contatti”, allacciati da queste persone, “incluse conversazioni telefoniche e scambio di email o altro”, con la richiesta dei riferimenti a data, ora, località, nominativi dei partecipanti e l’argomento del vertice o del contatto. Né Cattolica né Generali hanno finora commentato le indiscrezioni.