Un nuovo piano industriale basato sulla green economy; nuova attenzione alla gestione dei rifiuti tenendo conto dei progressi della tecnologia e prevedendo nuovi impianti; impegnare tutta AGSM-Aim in un processo di formazione continua che consenta un dialogo alla pari con chiunque voglia interloquire con la nuova multi utility del Veneto occidentale che oggi, con l’assemblea dei soci, la prima della storia berico-scaligera, ha iniziato il suo cammino. Stefano Casali, neo presidente, indica subito la rotta nelle sue prime dichiarazioni: non si può più fare business con una vecchia concezione dell’energia. E il nuovo gruppo porta con sé una competenza nella produzione da fonti rinnovabili che è un unicum nel panorama delle ex municipalizzate. Del resto, la stessa A2A ha annunciato la scorsa settimana – in un percorso oramai sempre più lontano dal Veneto – che il termovalorizzatore di Brescia diventerà una delle componenti produttive del nuovo sviluppo nell’idrogeno, e questo sarà il prossimo mantra per una nuova generazione di impianti adatti all’economia circolare.

Stefano Casali inizierà il suo percorso nella quinta multi utility italiana per dimensioni la prossima settimana, quando si terrà il primo consiglio d’amministrazione – è fissato già per lunedì – assieme alla sua nuova squadra: il consigliere delegato Stefano Quaglino (i due si sono già incontrati nelle scorse settimane trovando a quel che si dice un grande feeling), il vicepresidente Gianfranco Vivian (che ha guidato AIM portandola a questa fusione) e i consiglieri d’amministrazione (la confermata veronese Francesca Vanzo, Lega  i vicentini Fabio Sebastiano, della lista civica che fa capo a Rucco, e Anna Massaro di Fratelli d’Italia).

Questa mattina, i due azionisti – Federico Sboarina per il Comune di Verona e Francesco Rucco per il Comune di Vicenza, 61.2% e 38.8% del capitale) – hanno “benedetto” la chiusura della lunga marcia verso la fusione. «Una corsa ad ostacoli in piena pandemia portata a termine grazie all’eccezionale lavoro di chi ha dato l’anima in azienda» per Sboarina; «Ci attende un anno di grande lavoro per rendere operativa la fusione, per rendere effettiva l’aggregazione, e per rendere AGSM-Aim forte, in grado di reggere all’aggressività dei competitor in un mercato sempre più complesso» dice Rucco.

AGM-Aim opererà con sei divisioni – ambiente, rifiuti, retail, generazione, smart city e distribuzione – assegnate fra Verona e Vicenza e entro il 15 febbraio prossimo verranno indicate alle organizzazioni sindacali le strategie per la raccolta dei rifiuti, e quindi la soluzione alla “vertenza” Amia nel rispetto delle risoluzioni del Consiglio comunale scaligero. Una soluzione che potrebbe essere anche di “sistema” provinciale dato che sul piatto c’è anche, oltre all’Amia, anche la Serit che fa parte del gruppo (è controllata al 99,74% da Amia che a sua volta è 100% di Agsm Verona Spa) e che opera in una sessantina di Comuni della provincia, provincia che è l’unica nel Veneto ad avere tre ambiti diversi per la raccolta dei rifiuti quando tutte le altre operano con una unica realtà. Non è un dettaglio da poco: dalla raccolta dei rifiuti, dalla crescita della differenziata, deriva anche lo sfruttamento dell’umido necessario proprio per uno dei progetti più stimolanti della green economy, la produzione di biocarburanti. E’ la sfida per la nuova Cà del Bue. Un motore oggi immobile che potrebbe portare a grandi ricchezze.