(di Massimo Corradi) Quanti di noi, girando per le strade di Verona e osservando alcune vecchie chiese utilizzate come ristoranti, teatro o altro, si sono chiesti qual era la loro storia? Oppure guardando i nomi delle vie con nomi di santi si sono domandati se un tempo vi era una chiesa intitolata a quel santo in quella strada? Cercando la risposta a queste domande ho conosciuto Giovanbattista Biancolini, un erudito del XVIII secolo, e Tulio Lenotti, uno scrittore del secolo scorso, che mi hanno aiutato nelle ricerche, riuscendo a catalogare, all’interno delle mura cittadine, ben centosettantasei chiese. Poi, con l’aiuto di antiche mappe, sono anche riuscito ad ubicarle su una mappa della città che ho allegato al volume. Di ognuna di esse ho scritto brevemente la storia perché per alcune le notizie erano piuttosto scarne, per altre, soprattutto quelle più importanti ancora esistenti, esistono già dei libri che la approfondiscono.

Ho volutamente trascurato tutte quelle elevate fuori dalle mura cittadine sia per limitare la ricerca sia perché, quelle all’interno di un miglio veneziano dalle mura, furono tutte distrutte nel 1405 dalla Serenissima per la realizzazione della “spianata” difensiva.

Durante questa ricerca ho appreso che i resti della chiesa più antica sono quelli di un sacello scavato nella roccia dedicato ai Santi Nazaro e Celso in Monte detto anche Eremo di San Gabriele, risalente al III secolo e che si trova nell’area della Istituto professionale “Giorgi”, mentre la chiesa più antica ancora officiante a Verona e forse nel Veneto, è il sacello delle Sante Teuteria e Tosca; che il Duomo, intitolato a Santa Maria Matricolare, è stato il primo edificio di culto cristiano realizzato entro le mura cittadine dell’epoca e che in origine non si trovava sulla sede attuale ma su quella della aderente chiesa di Sant’Elena; che la più grande chiesa di Verona è quella di Santa Anastasia, che però è dedicata a San Pietro Martire da Verona, co-patrono con San Zeno della nostra città; che l’ultima chiesa elevata entro le mura cittadine è stata anche quella che ha avuto la vita più breve, si tratta di quella dedicata a San Francesco d’Assisi, oggi conosciuta come Teatro Camploy, che fu ultimata nel 1863 e sconsacrata nel 1867.

Oggi, di tutte quelle chiese, ne sono rimaste cinquantanove ancora officianti e di esse “solo” diciotto sono parrocchiali (anticamente quasi tutte lo erano). Nel libro sono raccolte tante notizie e tante curiosità sia sulle chiese che sulla storia di Verona che possono dare spunto, a chi è interessato, ad un loro maggior approfondimento.  Un’ultima cosa: quello che vi viene proposto non è certo il lavoro di uno storico, ma solo di un appassionato della storia della propria città.