Lui si schermisce, ma la paginata del quotidiano L’Arena lascia pensare che sì, per Damiano Tommasi – già bandiera dell’Hellas Verona, della Roma e giocatore del Levante di Valencia, del Queens Park Rangers di Londra, del Tianjin di Tientsin in Cina nonchè della Nazionale – un futuro nella politica cittadina c’è. Come candidato del Centrosinistra alle Comunali del prossimo anno contro Federico Sboarina, Flavio Tosi e chi altro metterà in campo il Centrodestra. Affidato alle sapienti mani di Stefano Lorenzetto, Tommasi ha raccontato molto di sé: dalla fanciullezza alla Case Sparse di Sant’Anna d’Alfaedo, alla passione per lo sport, alle figure forti della sua famiglia, alla moglie ed i sei figli, alla fede ed al suo impegno – divenuto oggi una professione – per l’educazione. Ma quante chance avrebbe oggi Damiano Tommasi? Unico a sondarlo, il recente sondaggio Arcadia-Winpoll del 22 gennaio: Tommasi è il personaggio politico che riscuote la maggior fiducia nell’elettorato: l’81% contro il 57 di Flavio Tosi ed il 55 di Federico Sboarina. Porterebbe la sua coalizione – che comprenderebbe l’ala sinistra di Bertucco e quello clerico-centrista di Traguardi – al ballottaggio col più del 28% dei voti al primo turno e, soprattutto, ruberebbe voti anche nell’elettorato di Lega e di Fratelli d’Italia con percentuali interessanti, certamente grazie al suo passato di leader dell’Hellas Verona, un passato che va oltre alle passioni politiche. La bella intervista lascia presupporre che la sua candidatura non è nemmeno vista male dall’establishment della città che, dopo quindici anni di guida centrodestra, magari immagina un futuro diverso per Verona.

Che Tommasi sia al centro del tam tam nel Centrosinistra, però, lo conferma pure lui. Nel 2017 gli venne chiesta la candidatura dal segretario di allora del Pd, Alessio Albertini, ma allora c’era incompatibilità col la presidenza dell’Associazione italiana Calciatori. Oggi – ha sottolineato Tommasi a Stefano Lorenzetto – un uomo solo non farebbe la differenza, servirebbe un progetto per una città di centrodestra che però gli “appare un po’ orfana“. Pronta per un contropiede, insomma…