Domani, martedì 9 febbraio, il Consiglio di amministrazione del Banco BPM si troverà per approvare i dati al 31 dicembre scorso, ma lo farà in prospettiva fusione. La Borsa da diverso tempo scommette sulla creazione di un polo bancario nazionale che metta al sicuro la cassaforte produttiva del Nord. Il Banco BPM è il principale indiziato per questa operazione: da un lato è stato “infilato” nel riassetto dei Monte dei Paschi di Siena per favorire l’uscita del Tesoro; in un secondo scenario si è guardato ad un’operazione di aggregazione col Credit Agricole, gigante francese del credito cooperativo che in Italia già controlla FriuAdria, ma la costruzione di questo big europeo si scontra con le mai tranquille relazioni industriali franco-italiane: Stellantis troppo parigina il nuovo governo di Draghi e il flop dell’ingresso di FinCantieri nei tormentati cantieri francesi del Nordovest rendono un matrimonio dalle parti di Parigi praticamente una bestemmia.

Sulla piazza però c’è un bellissimo partner, la BPER che ha come azionista di riferimento il colosso delle assicurazioni Unipol. La Banca ha origini nella grassa pianura emiliana, ha una storia ed una vocazione agricola-industriale (esattamente con l’ex Popolare scaligera), ha condotto una attenta campagna di crescita per linee esterne senza mai sbroccare coi conti, ha un management saldo. Il Ceo del Banco BPM, Giuseppe Castagna, è da tempo favorevole ad una aggregazione purché questa abbia un senso industriale. Questo sarebbe stato il succo di un suo incontro a fine gennaio con Unipol. Unico problema rilevato il peso dell’inserimento di 620 sportelli bancari ex UBI arrivati a Bper dall’ultima operazione societaria della banca lombarda. Sportelli al centro di non poche frizioni nei giorni scorsi fra Bper e il nuovo azionista di Ubi, Intesa San Paolo.

Nell’attesa della Bper il titolo di banco BPM vola del 6.55% nella giornata di oggi e così fa anche l’azione emiliana: il mercato ci crede, insomma. Domani vedremo se ci crederà anche il Cda lombardo-veneto.