(s.t.) Abbiamo visto nei giorni scorsi (ne abbiamo parlato in questa sintesi) come i distretti industriali del Triveneto nel terzo trimestre 2020, anche grazie al progressivo allentamento delle misure di contenimento del Covid-19 e alla ripresa di attività produttive e consumi a livello mondiale, abbiano registrato un sensibile recupero nell’export, riportandosi con 8,1 miliardi vicini ai risultati raggiunti nello stesso periodo del 2019 (-3,6%), dopo il crollo del secondo trimestre (-32%). I dati più significativi del Report sui distretti del Nordest, curato da Banca Intesa-San Paolo, guidata da Carlo Messina (nella foto) – ha analizzato le principali aree produttive e ha mostrato quali fra i distretti veronesi abbiano affrontato bene la crisi economica della pandemia.

Oggi riprendiamo queste valutazioni da un altro punto di vista, l’andamento dei principali mercati di sbocco. Leggendo in dettaglio le esportazioni dei distretti triveneti, spicca come sempre (non è una sorpresa) la Germania, che ha fatto segnare 3,5 miliardi nei primi nove mesi del 2020 (pari al 16% del totale dell’export del territorio). A seguire gli Stati Uniti con 2,3 miliardi (il 10%), la Francia con 2,2 miliardi (10%) e il Regno Unito con 1,4 miliardi (7%).

Ma chi ha contribuito di più? Alle esportazioni verso la Germania, che nel terzo trimestre 2020 sono cresciute del +6,1%, ha dato grande impulso il sistema casa (distretti del Legno e arredo di Treviso ed Elettrodomestici di Treviso) per effetto non soltanto di un generale rafforzamento dei consumi per la casa, ma anche degli sgravi alle aziende concessi per il secondo semestre 2020 dal governo tedesco (con una riduzione dell’Iva dal 19 al 16%). Gli ulteriori aiuti alle famiglie hanno anche sostenuto la domanda interna, e non a caso tra i primi dieci distretti a maggiore crescita sul mercato tedesco troviamo tre aree alimentari (Mele dell’Alto Adige, Carni di Verona, Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene), e il Tessile Abbigliamento di Schio, Thiene e Valdagno. Benefici si sono avuti anche per l’automotive (Meccatronica di Trento), la metalmeccanica (la Termomeccanica di Padova e le macchine agricole di Padova e Vicenza) e le Materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova.

Negli Stati Uniti (-1,8% la variazione del terzo trimestre 2020) il recupero si è realizzato sia grazie al mobile e all’arredo (Legno e arredo di Treviso) che al comparto moda sia di fascia alta (Calzature del Brenta, Oreficeria di Vicenza) che di quella informale e outdoor (Scarpe sportive di Montebelluna). Segnali soddisfacenti si sono evidenziati anche per l’Occhialeria di Belluno. Bene inoltre la ripresa della meccanica e dell’automotive (Meccatronica in Alto Adige, distretto della Termomeccanica di Verona e Macchine agricole a Padova e Vicenza).

Per quanto riguarda la Francia la crescita dell’export nel trimestre estivo ha riguardato in misura maggiore i settori della meccanica (la Meccanica strumentale dell’area di Vicenza, la Termomeccanica di Padova e le Macchine agricole di Padova e Vicenza) e della casa (dal Legno e arredo di Pordenone e Treviso agli Elettrodomestici di Treviso); nel settore della moda solo l’Oreficeria di Vicenza ha aumentato le vendite. Ancora ai primi dieci posti per la crescita si collocano i distretti agroalimentari (Carni di Verona, Dolci veronesi e Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene). E solo l’insufficiente recupero dei principali distretti della filiera della pelle nelle esportazioni dirette in Francia ha impedito di raggiungere i livelli del 2019, con un calo del 3,5% nel terzo trimestre che tocca il -16,8% nei primi nove mesi.

Un cenno finale al Regno Unito, più in difficoltà rispetto ai mercati fin qui esaminati (-7,6% nel terzo trimestre e -20,6% nei primi nove mesi del 2020), anche a causa delle incertezze per la Brexit. Prevale la crescita dei distretti della meccanica (Termomeccanica Scaligera e Meccatronica dell’Alto Adige) e degli Elettrodomestici della cosiddetta Inox valley. Inoltre verso il Regno Unito si distinguono il Tessile e abbigliamento di Treviso e i Vini e distillati di Trento. Durante il periodo estivo non hanno recuperato le vendite nel mercato britannico né i Vini veronesi (-21,1% la variazione tendenziale per il terzo trimestre) né il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (-14,5%), il Legno e arredo di Treviso (-19,7%), le Calzature del Brenta (con un drammatico -53,9%) e l’Occhialeria di Belluno (-19,3%).

“Appare tutto sommato positiva la ripresa dell’export dei distretti industriali del Triveneto nel terzo trimestre”, ha comunque precisato per Banca Intesa-San Paolo Renzo Simonato, direttore regionale di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. “Ciò conferma la reattività e la resilienza delle imprese del territorio, che hanno dimostrato la competitività e la capacità di reagire anche in un momento così complesso con enormi difficoltà a livello globale”. Per concludere, anche prima di avere i dati effettivi possiamo dare uno sguardo all’ultima parte del 2020, che dovrebbe essersi chiusa con un rallentamento della crescita dei distretti del Triveneto. Colpa non della nostra capacità manifatturiera ma della stretta delle misure di lockdown adottate dai principali mercati di sbocco per far fronte all’ondata autunnale di contagi. Tuttavia il forte rimbalzo estivo dell’export conferma la capacità dei poli produttivi triveneti di intercettare i primi segnali di ripresa della domanda mondiale.