(di Giovanni Serpelloni) Ormai è un dato di fatto, una costante prevedibile e ingovernabile, un fenomeno che ritorna ad ogni minima concessione: riducendo le misure sociali restrittive/preventive la maggior parte delle persone perdono i comportamenti preventivi e infrangono la regola del distanziamento. La spinta alla socializzazione ad ogni costo vince sui comportamenti preventivi e sul rischio epidemico. Prendiamone atto. Non si può contare sul “buonsenso di massa”. Il “gregge” non reagisce adeguatamente, ma si comporta come tale abbandonando presto prudenza e attenzione. Se non ci sono regole, controlli e deterrenti non si ottengono comportamenti sociali preventivi e duraturi. I risultati li vedremo tra qualche settimana.
Ad aggravare lo scenario, questa triste quanto realistica considerazione avviene inoltre in un momento dove stanno comparendo e diffondendosi varianti virali, alcune delle quali anche resistenti ai vaccini. Il tutto in una fase dove la stessa campagna di vaccinazione ha raggiunto solo un piccola parte della popolazione con uno organizzazione sanitaria ancora inefficiente e al rallentatore, scorte vaccinali esigue e ospedali ancora sotto stress.
Non bastassero queste notizie arriva anche quella che il Sud Africa interrompe la vaccinazione con il vaccino Oxford-AstraZeneca. La variante sudafricana B.1.351 fino ad oggi è stata isolata in ben 32 paesi tra i quali c’è anche l’Italia. Il vaccino è risultato poco efficace sulla variante locale del COVID-19 B.1.351 che rappresenta il 90% delle infezioni del paese.
Inoltre anche l’immunità acquisita naturalmente per una pregressa infezione non sembra proteggere queste persone da casi lievi o moderati quando reinfettate dalla variante B .1.351. Il governo ha quindi deciso che non verranno per il momento utilizzate un milione di dosi gia ricevute dall’azienda produttrice.
In uno studio su circa 2000 soggetti con età media di 31 anni il vaccino AstraZeneca non ha mostrato buone capacità di evitare le infezioni o lo sviluppo di malattia lieve. Non è neppure chiaro se il vaccino sia in grado di ridurre lo sviluppo di sintomi gravi in persone più anziane. Purtroppo sia i vaccini Novavax che Johnson & Johnson si sono già dimostrati meno efficaci sia nei trial in Sudafrica che in quelli statunitensi. La variante B.1.351 quindi rende di fatto i vaccini attuali meno efficaci.
Pfizer e Moderna hanno infatti entrambi affermato (notizia riportata dal New York Times) che studi preliminari di laboratorio indicano che i loro vaccini, sebbene siano ancora protettivi, sono meno efficaci contro B.1.351. Novavax e Johnson & Johnson hanno anche sequenziato campioni di test dai partecipanti ai loro studi clinici in Sud Africa, dove B.1.351 ha causato la stragrande maggioranza dei casi ed entrambi hanno riportato un’efficacia inferiore rispetto agli Stati Uniti.
Sperando che nel prossimo futuro il buonsenso del “gregge” possa essere fatto ritornare dal buonsenso dei governanti.