Capacità nel problem solving, nella collaborazione, proattività e grande energia. Sono le caratteristiche dei nuovi dipendenti da Everel – gruppo specializzato nella componentistica elettronica ed elettromeccanica, con 3 stabilimenti produttivi, oltre 600 dipendenti, 36 brevetti proprietari ed un fatturato nel 2020 di 44,100 milioni di euro – che è tornata ad assumere.
E’ stata avviata infatti la selezione di 20 nuovi collaboratori, che dai primi del mese hanno iniziato a lavorare, con diverse mansioni, nello staff. Spiega il Group HR & Communication Director Valeria Zampieri, in azienda dal 2015: «Quando sono arrivata in Everel – racconta – ho trovato una realtà che già riconosceva al settore delle risorse umane una sua dignità funzionale, a differenza che altrove. Infatti qui era già ben presente la scelta politica aziendale di far crescere e investire nella funzione diversificandola rispetto al taglio prettamente amministrativo. La nostra volontà – conferma la Zampieri – è quella di valorizzare i talenti personali a 360 gradi perché una risorsa valorizzata è più soddisfatta e senza dubbio più efficiente nel lavoro.” L’azienda infatti è nota alle cronache per i tanti progetti di welfare attuati negli anni e per i progetti di formazione interna e di personale esterno.
A metà gennaio è stata aperta una ricerca del personale orientata alle fasce più colpite dalla crisi economica derivante dal COVID-19, che in Italia lo scorso anno ha causato una perdita di oltre 420mila posti di lavoro, selezionando tra ex stagionali del turismo, personale dei parchi tematici, camerieri di ristoranti e bar ormai chiusi. La scelta non è stata tanto sulla competenza, anche a fronte di un percorso formativo molto sviluppato in Everel, ma sulla voglia di rilanciarsi e di rimettersi in gioco.
“L’anno scorso si è chiuso discretamente bene e gennaio è partito con un più un milione di euro di fatturato rispetto al previsionale. – racconta la Zampieri – questo ci ha consentito di proiettarci su un rapido percorso di selezione: sono arrivate in azienda centinaia di curricula e, dopo una prima scrematura, in 62 hanno partecipato a un percorso di selezione sui generis per il comparto produttivo.”
La selezione infatti è partita da sessioni di colloquio di gruppo, con 10 partecipanti che sono stati messi in condizioni ambientali e psicologicamente favorevoli: più una chiacchierata che un colloquio di lavoro. Poi è stato assegnato a ciascuno un indovinello da risolvere in 20 minuti. In seguito si è effettuata una sessione di simulazione di un naufragio su un’isola. “Quelli che sembrano giochi di ruolo sono in realtà strumenti assai efficaci per misurare le personalità di ciascuno dei candidati: emergono subito le attitudini alla collaborazione, l’ordine o il coraggio di buttarsi. Diciamo che è una delle prime volte che un’azienda di stampo produttivo basa la selezione del personale non su un mansionario, termine obsoleto che detesto, ma su attitudini personali, come solitamente avviene nel terziario. Il mercato del lavoro è in lentissima ripresa – conclude la Zampieri – ed è nostro compito lanciare segnali di speranza. Il lavoro c’è, non sarà subito quello della vita, bisognerà abdicare al concetto di stabilità contrattuale, ma con perseveranza e costanza sono certa che tutti avranno possibilità di dare il meglio.”