Giorno del Ricordo, commemorazione dedicata alle vittime delle Foibe, all’esodo Giuliano-Dalmata e alle vicende del confine orientale: le celebrazioni, promosse dal Comune di Verona in collaborazione con la Prefettura e l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, quest’anno si sono tenute in streaming, nel rispetto delle misure per il contenimento del Covid. Attraverso il web tutti i cittadini, le scuole e le associazioni oggi, così come nei prossimi giorni, potranno commemorare e ricordare.

Dalle ore 11 sui siti del Comune e della Prefettura era disponibile il video della cerimonia registrata in Gran Guardia, con le testimonianze degli esuli e gli interventi delle autorità. Durante la mattinata hanno preso la parola il sindaco Federico Sboarina, il Prefetto Donato Cafagna, la presidente della Consulta provinciale studentesca Camilla Velotta, la presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Loredana Gioseffi, il presidente del Consiglio municipale di Pola e console onorario d’Italia Tiziano Sosic. È seguito poi il discorso dell’oratore ufficiale, il professor Davide Rossi (qui il suo intervento sul nostro giornale), docente dell’Università degli Studi di Trieste, già relatore lo scorso anno per la commemorazione in Senato e nel 2017 alla Camera dei Deputati. È stato lui a tracciare un profilo storico sulle vicende del confine orientale e a intervistare alcuni esuli oggi residenti a Verona: Anna Rismondo e Marina Smaila.

«Il ricordo non si ferma nonostante le limitazioni alle celebrazioni – ha detto Sboarina -. Per questo abbiamo deciso di rendere disponibile la commemorazione a tutti i veronesi via web sui siti di Comune e Prefettura. È un dovere morale e civile, che portiamo avanti soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Ed è proprio sui giovani che bisogna puntare, affinché raccolgano consapevolmente il testimone di condanna per ogni violenza e ogni totalitarismo. Cosa che purtroppo nella cerimonia di oggi non è avvenuta, dove l‘unica voce fuori dal coro è stata proprio quella della presidente della Consulta provinciale studentesca. Sono dispiaciuto e allibito per la mancanza di rispetto e l’impostazione ideologica del suo intervento. Come se ci fossero vittime meno meritevoli di essere commemorate, con interrogativi polemici espressi all’interno di una cerimonia lunga, rispettosa e con interventi davvero toccanti. Oggi è il giorno in cui con rispetto si devono ricordare i civili, tanti nostri connazionali che sulla loro pelle hanno vissuto veri e propri drammi, morti o fuggiti dalle proprie case e dai loro territori. Tutte le cerimonie celebrative, nessuna esclusa, servono a condannare qualsiasi tipo di totalitarismo e violenza, mentre atteggiamenti e parole come quelle ascoltate oggi, intrisi di ideologia, puntano a separare, a classificare tragedie di sere A e drammi di serie B, nel segno dello scontro. Queste giornate dovrebbero invece unirci all’insegna della memoria storica, nel ricordo di quanti non hanno più voce e nell’impegno collettivo affinché queste tragedie non debbano più avvenire».


Il Giorno del Ricordo è iniziato con la deposizione delle corone al Cimitero Monumentale, davanti al monumento per le “Vittime delle foibe, gli Esuli deceduti lontano dalla loro terra d’origine e tutti i Defunti rimasti”. Erano presenti, oltre a sindaco, Prefetto e presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, anche il Comandante delle Forze Operative Terrestri di Supporto, Generale di Corpo d’Armata Massimo Scala, e il presidente della Provincia Manuel Scalzotto.