Nei prossimi giorni Draghi annuncerà che cosa intende fare. C’è grande aspettativa. La situazione è completamente nuova. La larghissima maggioranza su cui può contare gli permetterà di fare più di qualunque altro. Fra quello che può fare c’è una cosa che a noi Veneti sta particolarmente a cuore: l’Autonomia.
Uno degli interventi richiesti dalle categorie è la semplificazione. E’ impensabile una ripresa se non viene preceduta da un drastico taglio degli adempimenti burocratici che rallentano imprese ed investimenti. La burocrazia, articolata in tanti centri di potere, costituisce una zavorra insopportabile che a volte si traduce anche in piccoli e grandi episodi di corruzione. Uno dei modi per semplificare il rapporto col cittadino è realizzare l’Autonomia che lo avvicina alla macchina della pubblica amministrazione e alle istituzioni, facilitando le reciproche relazioni.
Un esempio. E’ quasi un anno che Zaia ogni giorno fa una conferenza stampa dalla sede della Protezione Civile di Marghera per informare i veneti sull’andamento dei contagi, dei ricoveri, dei decessi e sulle iniziative da prendere. E’ indubbio che questo ha contribuito a creare una maggior consapevolezza generale dei comportamenti e che abbia avvicinato l’istituzione Regione ai suoi cittadini. Se si realizzasse quello che il 98,8% dei Veneti ha chiesto il 22 ottobre del 2017 con il referendum per l’Autonomia speciale (come il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia, la Val d’Aosta, la Sicilia e la Sardegna) quello che Zaia ha fatto per il Covid potrebbe essere sviluppato e declinato in mille altri modi.
Potremmo gestire tutto a modo nostro, come è avvenuto per la sanità, che è una delle più efficienti d’Italia. Dal Referendum sono passati 1208 giorni e da Roma non c’è stata ancora nessuna risposta. Solo obiezioni e atteggiamenti dilatori. Chissà se Salvini nel concordare con Draghi l’appoggio della Lega ha messo nel pacchetto anche la nostra Autonomia?