(s.t.) Un intervento diretto e immediato per evitare che la crisi del turismo diventi un dato irreversibile. È la decisione assunta dal consiglio direttivo di Federalberghi-Confcommercio Verona, che in questo drammatico momento di crollo dell’attività, ha deciso di realizzare, con il sostegno del sistema associativo di Confcommercio Verona e il know how di Verona Booking/Cav, una serie di azioni di assistenza dedicate ai titolari e ai collaboratori delle strutture alberghiere del territorio veronese per indirizzare, organizzare e programmare la ripartenza delle imprese. Un recupero di operatività legato non solamente a un definitivo contenimento dei contagi, ma anche alla conoscenza e alla “messa a sistema” dei fattori e dei dati del sistema turistico.

“Le armi giuste per affrontare il 2021” è l’’idea nata e sostenuta dal consiglio direttivo di Federalberghi Verona e indirizzata esclusivamente alle imprese associate in regola con la contribuzione associativa degli anni 2019, 2020 e 2021. L’intervento è volto a divulgare e ad approfondire le informazioni utili per la comprensione del mutato contesto di mercato e la corretta conoscenza del calendario degli eventi rilevanti, in costante ridefinizione, ma anche per favorire la riorganizzazione e la rimodulazione delle strategie e delle condizioni di vendita alla ripresa del movimento turistico nel corso del 2021, in base alla situazione di mercato che è anch’essa in continuo divenire. Inoltre si punta all’ottimizzazione, alla luce di quanto descritto, dei canali di vendita sia intermediati che disintermediati. L’attività di assistenza non prevede alcun contributo da parte dei partecipanti, e potrà svolgersi anche a distanza in un modulo da quattro ore per ciascuna struttura ricettiva. Per informazioni si può contattare la segreteria dell’Associazione Albergatori di Confcommercio Verona.

La preoccupazione su uno stato di crisi ormai sempre più pesante delle strutture ricettive è stato in questi giorni al centro delle valutazioni del sistema sia regionale che nazionale di Federalberghi. “Tutte le aziende sono esauste e non c’è più un minimo di cassa necessario per proseguire l’attività. Per molti è già scoccata l’ora più drammatica: la neve non aspetta le decisioni dei consulenti e del ministero”, spiegano i vertici della categoria. “Così l’unico settore del turismo che si sarebbe potuto salvare con una stagione invernale decente va a raggiungere le città d’arte e il resto del settore scalando la classifica dei più disgraziati”.

“Le imprese sono al limite della sopravvivenza. Il lockdown totale di Natale e Capodanno e il perdurare del divieto di spostarsi da una regione all’altra hanno moltiplicato gli effetti di una devastazione che non accenna ad arrestarsi”, denunciano inoltre gli albergatori che si spingono oltre, con una desolante ricognizione di un mercato che ha registrato un bilancio disastroso anche a gennaio, con il calo dell’83% delle presenze sull’anno scorso. Nelle città d’arte gran parte delle strutture ricettive è chiusa da marzo 2020 (è indicativo il caso degli alberghi di Venezia, che avevano iniziato a soffrire già con l’acqua alta di novembre 2019). E anche il business travel è fermo, così come fiere, congressi ed eventi di tutti i generi.