Il Covid ha generato un aumento del 30 per cento delle famiglie in stato di povertà. Persone e nuclei familiari, per lo più veronesi, prima sconosciuti ai Servizi sociali del Comune, messi in grave difficoltà dall’’emergenza sanitaria e dal suo prolungarsi, che si aggiungono ai 6500 già seguiti dai Servizi sociali del Comune. Cittadini per lo più italiani, che prima vivevano del loro lavoro e di attività duramente colpite dalla crisi, in particolare stagionali dei settori turismo e spettacolo, titolari di piccole imprese e attività di ristorazione, lavoratori in difficoltà per i ritardi dell’erogazione della cassa integrazione o di altre forme di indennità. Si rivolgono al Comune per sostegni per pagare l’affitto, le utenze, per fare la spesa, per i beni di prima necessità, per le spese sanitarie straordinarie.
E’ questa la fotografia che emerge dai diversi tracciati dal Servizio di Orientamento al Lavoro e dai Servizi sociali. Una condizione di disagio a cui il Comune ha fatto subito fronte mettendo in campo tutte le risorse e gli strumenti a disposizione, attraverso una struttura, quella dei Servizi sociali del Comune, capace non solo di dare risposte immediate alle nuove richieste di aiuto, ma anche di intercettare nuove opportunità di finanziamento, progettarle ed attuarle. Ecco l’elenco delle nuove azioni realizzate dal 2020.
Nuovi servizi comunali-integrato il contributo ministeriale dei Buoni Spesa del primo lockdown con fondi comunali con 300 mila euro per far fronte a tutte le domande;-aumentati i fondi per le politiche sociali;-assistenza alle famiglie fragili con minori attraverso piattaforme digitali (skype o meet);-avviato progetto con le Dirigenze scolastiche per adeguare i bambini e ragazzi in difficoltà nella didattica a distanza;- aumentati i pasti a domicilio per anziani soli e anche a persone in quarantena sanitaria;-istituito un servizio di assistenza domiciliare per persone anziane affette da Covid;-attivato il Progetto “Lo so che non sono solo” per l’ascolto telefonico degli anziani ultra 80enni che vivono soli;-servizio antiviolenza del Comune – Centro Petra – si sono riorganizzati per rispondere più efficacemente alle richiesta di aiuto delle donne maltrattate anche in una situazione di riduzione degli accessi fisici agli uffici.
Buoni spesa e altri bonus Nella prima fase della pandemia sono stati erogati Buoni spesa a 3100 famiglie per un totale di n. 8597 persone. Si è appena concluso un nuovobando per l’erogazione dei Buoni Spesa a cui hanno fatto domanda circa 2200 famiglie, sostegni questi erogati con fondi ministeriali.Fondo Sociale Affitti FSA:sono state ammesse al beneficio 1700 famiglie che otterranno il bonus pari a uno o più affitti mensili;per il Bonus Famiglie fragili/monoparentali e il Bonus prenatale sono state accolte più di 1000 domande. Questi due bonus sono erogati con fondi regionali.
Nuovi servizi con fondi regionali Sono stati utilizzati i fondi regionali destinati al contrasto alla povertà e all’inclusione sociale, che il Comune di Verona gestisce per tutto l’Ambito dei Distretti 1 e 2 dell’ULSS 9:-Progetto RIA – Reddito di Inclusione Attiva, erogato 212.000 euro a famiglie/cittadini per accompagnamento al lavoro, attività di e inclusione sociale delle persone svantaggiate. Ne hanno usufruito 126 nuclei veronesi, con 25 persone inserite in percorsi di politica attiva del lavoro e 101 in attività di volontariato;-Fondo So.A (Sostegno all’Abitare) per le spese abitative di famiglie fragili. Nel 2020 erogati aiuti dai 600 ai 2500 euro a 54 nuclei familiari;-‘Povertà Educative’- sono stati sostenute le attività sportive/culturali di 27 bambini/ragazzi provenienti da famiglie in stato di povertà;-Fondo di Emergenza Covid, erogati 115.749 euro a 64 famiglie di Verona, in maggioranza con figli minori, per spese di affitto, condominiali, utenze e spese scolastiche.
Segretariato sociale. Il Comune di Verona è impegnato come Ente capofila per la gestione di queste risorse per tutto l’Ambito dei Distretti 1 e 2 dell’ULSS 9 Scaligera. Nel 2020 il Comune è stato beneficiario del contributo derivante dalla “Quota Servizi Fondo Povertà” di 1. 452.790 di euro, destinato a mettere in campo operatori, servizi ed interventi per l”inclusione sociale dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza. Questi fondi, che saranno rinnovati per l’anno corrente e per il prossimo 2022, hanno permesso inoltre di avviare un nuovo servizio di Segretariato Sociale nei Centri Sociali Territoriali in grado di accogliere e dare risposte in tempi rapidi alle aumentate richieste di aiuto provenienti dalla cittadinanza, grazie all’incessante lavoro degli operatori sociali, in prima linea dall’inizio della pandemia. Inoltre con i medesimi fondi sono stati organizzati dei servizi rivolti alle persone in stato di povertà, per favorirne l’inclusione sociale e il re-inserimento lavorativo, proponendo percorsi formativi, tirocini, pagamento di attività formative e altre forme di accompagnamento.
Reddito di cittadinanza. Le famiglie del Comune di Verona che al 20 ottobre 2020 beneficiavano del Reddito di Cittadinanza erano 2017, di cui 1025 in carico ai Servizi Sociali comunali e 812 seguite dal Centro per l’Impiego (CPI). Si stimano altre mille persone come beneficiarie della Pensione di Cittadinanza.Ulteriori risorse provenienti dal Fondo Sociale Europeo (2014-2020), relative al Programma Operativo Nazionale (PO), euro 420.326 per il 2021 e 2022,sono state utilizzate per rinforzare ulteriormente i Servizi Sociali per aiutare le persone in stato di povertà/disagio sociale mettendo a disposizione le seguenti risorse: 2 educatori professionali per favorire le azioni di aiuto di persone adulte ma anche di famiglie con minori; azioni di mediazione linguistico – culturale; tirocini lavorativi e di inclusione sociale, oltre che di laboratori e percorsi formativi nell’ottica di favorire il re-inserimento lavorativo dei cittadini in condizioni di svantaggio sociale.
Le azioni di sostegno sono state illustrate oggi nel punto stampa in streaming dal sindaco Federico Sboarina insieme all’assessore ai Servizi sociali Daniela Maellare. “Il 30 per cento in più di richieste al Comune significa circa 2 mila nuove famiglie in difficoltà a Verona – ha detto il sindaco-. Questa purtroppo è la fotografia di ciò che la pandemia ha generato sul nostro territorio, nuclei che prima vivevano del loro lavoro, riuscivano a mantenersi dignitosamente e che all’improvviso, a causa del Covid, si sono trovati senza occupazione o in situazioni tali da non poter riuscire a fare la spesa. Sulla base del presupposto che ‘nessuno deve rimanere indietro’, il Comune è intervenuto da subito con il massimo sforzo possibile, mettendo in campo novi servizi e nuove risorse per rispondere a tutte le richieste di sostegno. I ristori spettano al Governo, per supportare le categorie danneggiate dalla chiusure – aggiunge il sindaco-; il Comune ha l’obbligo del pareggio di bilancio, quindi non può spendere risorse che non ha, ma ha l’obbligo di mantenere la coesione sociale, tutelando anzitutto la famiglia e i suoi bisogni in vista della ripresa. Tutto ciò in aggiunta agli utenti normalmente seguiti dai Servizi sociali. Interventi davvero importanti, che certificano ancora una volta l’eccellenza dei nostri Servizi sociali, riconosciuta da sempre a prescindere dalle Amministrazioni”.
“I bisogni raccolti durante questi mesi dai Servizi sociali fotografano un sensibile aumento di nuove povertà – aggiunge l’assessore Maellare-. Persone e famiglie cioè, che prima della pandemia erano sconosciute e che ora necessitano di forme di sostegno per affrontare la quotidianità. In tutti questi mesi i nostri uffici non si sono mai fermati, con i 50 assistenti sociali sempre in prima linea per fare fronte a tutte le esigenze, dagli anziani soli agli studenti in Dad. Siamo anche riusciti a intercettare finanziamenti ministeriali e regionali che ci hanno permesso di potenziare la struttura, un progetto che ci vede capofila a livello provinciale”.