Può il Veneto andare a comprarsi sul libero mercato i vaccini che lo Stato non è stato capace di procurare? Su questo tema si discute. Investe due campi. Quello sanitario, che riguarda la mancanza di vaccini, i livelli essenziali d’assistenza (LEA), le responsabilità di Arcuri e del Ministero. Quello politico, che investe questioni istituzionali come il rapporto Stato-Regioni, il diritto alla salute, il principio di sussidiarietà e di responsabilità, l’Autonomia (nella foto, la vincente campagna di vaccinazioni d’Israele dove si sono raggiunti livelli e risultati record).
Il governo italiano ha sbagliato nel comprare i vaccini. Ne ha presi pochi. Non ce ne sono abbastanza. Ma il vaccino è l’unica arma che abbiamo per far fronte alla pandemia. Non è solo un problema sanitario: chi prima vaccinerà tutti, prima potrà far ripartire l’economia. Il che vuol dire che chi resta indietro coi vaccini, resta indietro anche con l’economia. Gravissima la responsabilità di chi ha sbagliato, di chi ha fatto male i conti, di chi non è stato capace di procurarli.
Il Veneto con la sua organizzazione sarebbe in grado di vaccinare tutti in pochi mesi. Ma Roma non ci manda abbastanza dosi. Con quelle che ci dà andremo avanti chissà quanto. Ecco perché il Zaia cerca di procurarsi i vaccini per conto proprio sul libero mercato. Vaccini, beninteso, controllati e con tutte le autorizzazioni. E li ha anche trovati: 4 milioni. In breve potremmo vaccinare tutti, archiviare la pratica Covid e far ripartire l’economia. E invece? Invece ecco spuntare i custodi dell’unità nazionale, delle giustizia sociale e delle regioni più povere che dicono “no, non si può, non è giusto”. Tirano in ballo a sproposito anche la Costituzione, che però non prescrive nulla in merito. Dobbiamo stare con le mani in mano ad aspettare Roma? Arcuri non ha già fatto abbastanza danni? 10 mila morti in Veneto non bastano?