Le persone perbene non possono che allietarsi della nomina di un pluridecorato generale degli Alpini, con comando in zone operative quali Kosovo e Afghanistan, Francesco Paolo Figliuolo, quale commissario nazionale per l’emergenza Covid. Al di là del lavoro prestato da Domenico Arcuriognuno la pensi come vuole al riguardo e la Magistratura avrà modo di analizzare le performance ed i costi – era naturale pensare ad una figura con esperienza nella gestione di problemi complessi quale organizzatore della complessa macchina organizzativa e logistica legata alla pandemia. Una figura abituata a guardare alla bandiera, prima che al tornaconto. Un militare insomma. Non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo e nei campi più disparati: dall’ordine pubblico al rilancio della zona archeologica di Pompei.

Il generale farà bene, e di questo ne siamo sicuri. Ma, c’è un ma. Ogni qual volta che questa Paese è in ginocchio esce dal mazzo una carta che ribalta il tavolo e ci riporta in carreggiata. Che sia un militare, o un prefetto, o un banchiere, non importa: arriva il “salvatore della Patria”. Ora, per fortuna che di gente così ne abbiamo. Ci mancherebbe. Ma dobbiamo proprio arrivare all’ultimo minuto ogni volta? Dobbiamo avere un commissario con poteri che stravolgono, sospendono, le norme e le procedure per arrivare ad un qualsiasi risultato? Questo Paese ha mortificato la sua classe dirigente pubblica riempiendola con azzeccagarbugli, burocrati il cui fine primo è la sopravvivenza della specie. La loro specie. Competenze giuridiche, fini legulei, pochissimi ingegneri, pochissimi scienziati. Hanno creato un sottobosco, fatto di leggi, regolamenti, fonti del diritto, così complesso che nemmeno loro ne vengono a capo, ma non importa, va bene così: perché nel dibattere in eterno questioni amministrative loro fanno carriera.

Così i vaccini non arrivano. Si stabilisce per decreto che il virus non c’è sino alle 21,59 ma misteriosamente riappare alle 22,01. Si impongono autocertificazioni, ma non si sanno comprare mascherine o realizzare terapie intensive in emergenza. Però le carte corrono e riempiono faldoni che nessuno guarderà mai più…

Quindi, benvenuto generale Figliuolo. E, se possiamo, un invito al premier: fra un’emergenza e un’altra, prima di salire al Colle, inizi a cancellare d’imperio leggi e regolamenti, a svecchiare la macchina amministrativa, a far correre le carte lungo una blockchain e non attraverso le mani di fannulloni passacarte. Riduca la mole di carte e permessi che soffocano questo Paese. Poi se dai controlli emerge un furbetto, lo punisca con decisione. Gli Italiani gliene saranno grati. E l’Italia guadagnerà più così che col recovery fund.