Dopo tre sconfitte consecutive, i sospetti e le polemiche che ne sono conseguiti anche affrontare una squadra da mezza classifica come il Pordenone può diventare problema. Soprattutto psicologico. Quando manca la serenità, quando i giocatori percepiscono che il loro impegno è vanificato da motivi che non dipendono da loro né dal loro allenatore tutto diventa difficile. Ed è questo lo stato d’animo con il quale i ragazzi di Aglietti sono scesi in campo al Bentegodi per affrontare la squadra friulana. Sarà per questo che per mezz’ora il Chievo non è riuscito a imbastire nessuna azione degna di nota, tanti inutili passaggi e molti errori, mentre gli ospiti sono riusciti a rendersi pericolosi e a tirare in porta, come all’8’ quando il Pordenone prende in contropiede un Chievo sbilanciato. Pericolo sventato dall’ottimo piazzamento di Semper.
Il risultato lo sblocca alla mezz’ora Ciciretti con un bel tiro da fuori area che va dritto in rete. Una medicina per il morale, visto che erano tre partite che il Chievo non segnava. Dopo tre minuti arriva il secondo gol. Passaggio di Mogos a centro area dalla corsia destra e Margiotta al volo insacca. Due tiri in porta, due gol. La formazione è la solita, con la variante in difesa di Vaisanen al posto di Leverbe.
Nel secondo tempo per favorire i contrattacchi il mister sostituisce De Luca e Ciciretti con due velocisti: Fabbro e Canotto. Al 68’ arriva il 3-0 ad opera do Obj dopo un batti e ribatti in area neroverde. A Risultato acquisito entra come al solito Bertagnoli a dare respiro alla “mente” Palmiero. La strada è in discesa. La vittoria in tasca. Come i 42 punti. Potevano esser di più, se il diavolo non c’avesse messo la coda. E chiamiamolo diavolo…