L’Europa senza vaccini li chiede alla Russia. “Cheffiguradimerda!” direbbe Emilio Fede interpretando quel che pensano tutti. Ma come, l’Unione Europea, quella che nel 2014 s’è affrettata a comminare sanzioni alla Russia per la questione ucraina adesso va a chiedere i vaccini a Puntin col cappello in mano? 

“Ma non è mica vero! ” rispondono gli euroburocrati. C’è solo una valutazione da parte dell’Ema, l’agenzia che verifica i farmaci, sullo “Sputnik”, il vaccino che i russi si sono fatti per conto loro e che funziona benissimo, anche a detta di alcuni italiani residenti in Russia che l’hanno fatto. Ma è logico pensare che se l’EMA si prende la briga di valutare lo “Sputnik” significa anche che l’UE ha intenzione di compralo.

E farebbe benissimo, perché quel che conta è avere a disposizione più vaccini possibile. E se ha funzionato con milioni di russi possiamo usarlo anche noi per arrivare prima possibile a vaccinare quel 70-80% della popolazione che ci permetterà di uscire dalla pandemia, riprendere la vita di tutti i giorni e avviare la ripresa economica.

Quello che stride è l’atteggiamento politico dell’UE. Com’è possibile fare le sanzioni alla Russia, che fra l’altro danneggiano anche la nostra economia già in crisi, e contemporaneamente andare a chiedere il vaccino? Va bene l’emergenza sanitaria, va bene la realpolitik, ma non ci si può contraddire così. E non tanto per i vaccini. Fanno benissimo a comprarli. Quanto per le sanzioni. A ‘sto punto dovrebbero proprio toglierle. Non solo per una questione di coerenza, ma anche per aiutare tante imprese italiane a ripartire con le esportazioni ad un paese che ha 150 milioni di abitanti. E tante aziende veronesi ne sanno qualcosa.