Il 9 marzo del 1291, esattamente 730 anni fa, nasceva Cangrande I Della Scala. Sotto la sua guida – la principale signoria del 300 italiano – la città di Verona che estendeva il suo potere su tutto il lombardo-veneto fino al Tirreno passando per l’Emilia e fu soprattutto la capitale culturale del mondo allora conosciuto. Il Cangrande uomo d’armi amava l’arte e la scienza e seppe trasformare – per dirla con le parole di Villani, Boccaccio e Petrarca – la Corte di Verona in una sede delle Muse. Ospitò per Dante Alighieri che gli dedicò la cantica più importante – il Paradiso – del più grande testo poetico di tutti i tempi, la Divina Commedia.
Tra i suoi intimi troviamo il fisico Egidio, il chirurgo Bonmartino, l’astrologo Benintendi, i professori di grammatica Niccolò e Pencio, gli storici Mussato e Sagazio della Gazata. Tutti personaggi rappresentanti l’eccellenza del tempo. Per il Vasari, fu proprio Cangrande I della Scala ad affidare a Giotto l’incarico di affrescare la cappella del Santo a Padova, ma affrescò anche a Verona. Per il poeta Fazio degli Uberti, con Cangrande I Verona divenne la regina delle città.
Nella giornata del 730.mo genetliaco di Cangrande, Michele Croce, ex Presidente di Agsm e leader di Prima Verona torna a parlare del Museo degli Scaligeri, da far nascere nella culla degli Scaligeri ovvero in Piazza dei Signori nel palazzo di proprietà della Provincia e sede della Prefettura: «Inqualificabile che il Comune scaligero dimentichi lo Scaligero, colui cioè che proiettò Verona tra le capitali europee dell’arte, della cultura, della politica e delle istituzioni. Non solo per omaggio della storia, ma anche come esercizio utile per disegnare il futuro della nostra città sull’esempio di un fasto passato. La Verona Città d’Arte, la Verona Capitale Culturale, la Verona meta turistica mondiale non può fare a meno del Museo degli Scaligeri, che si unirebbe così – anche fisicamente – al Palazzo del Capitanio, alla Torre dei Lamberti ed al Palazzo della Ragione, creando un Polo Museale unico al mondo, paragonabile agli Uffizi di Firenze, ai Musei Vaticani, al Louvre. Rivolgo un invito alle Istituzioni cittadine: sosteniamo l’idea, studiamola, progettiamola insieme, come patrimonio di tutti».
Una prima adesione è arrivata da Luciano Cenna, uno dei grandi architetti italiani, colui che ha progettato il restauro del Palazzo del Capitanio nonché dell’Ospedale S. Chiara di Trento, dell’ampliamento dell’Ospedale S. Donato Milanese (MI), dello stadio di Venezia, dell’Olimpico di Torino e più di recente del nuovo Museo della città di Belluno – Palazzo Fulcis . «Lo ringrazio di cuore. Perché non conta la paternità, conta l’Idea di far tornare grande Verona» sottolinea Croce.
Altra adesione quella dell’ex sindaco Flavio Tosi e dei Consiglieri comnali Daniela Drudi, Alberto Bozza, Patrizia Bisinella e Paolo Meloni: «Verona deve tornare a valorizzare il suo immenso patrimonio storico e artistico e farne veicolo di cultura. L’attuale Amministrazione si è distinta certamente per la sconcertante indifferenza per il compleanno di Cangrande della Scala in contemporanea con i 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta. Ma l’appuntamento elettorale del 2022 è l’occasione anche per ripensare Verona sul piano culturale. E al riguardo raccogliamo l’appello e condividiamo la proposta di Croce di destinare Palazzo del Capitanio a spazio espositivo-museale, creando proprio in Piazza dei Signori, cioè nella culla degli Scaligeri, il futuro ‘Museo degli Scaligeri’, un polo museale permanente che sarebbe al livello dei grandi musei europei».