Il fatturato cala, ma crescono gli utili: il mondo del vino inizia a presentare i conti economici dell’anno della pandemia che ha comportato una riduzione significativa del canale horeca e travel, ed una crescita delle vendite nella distribuzione organizzata e nell’e-commerce. A seconda dove si è posizionata storicamente una cantina, la perdita di fatturato sarà maggiore o minore. Ma quello che è esplosa è la contrazione dei costi: non soltanto parte del personale ha goduto della cassintegrazione guadagni, ma sono soltati tutti i costi legati alla promozione. Azzerate le fiere, gli eventi e la comunicazione collegata. Per le aziende maggiori si parla di milioni di euro di mancate uscite. Una nuova promozione è nata: digitale, personalizzata, h24 col personale che da casa opera nei mercati non in lockdown in tempo reale. E funziona. Senza fiere ed eventi in presenza. Prima realtà a evidenziare questa realtà è Masi Agricola, quotata a Piazza Affari (dove da un anno prosegue in una costante crescita nelle quotazioni, come evidenzia il grafico) che, a mercati chiusi, ha reso noti i dati 2020 che saranno approvati nell’assemblea fissata al 23 aprile.

Il Covid ha colpito Masi in una fase delicata di importanti mutamenti: negli USA ha cambiato importatore – è passata con Santa Margherita USA  che seguirà i marchi Masi, Masi Tupungato e Cantina Privata Boscaini – e in Germania, dove dal 1° gennaio è iniziato il contratto di distribuzione con Eggers & Franke Holding, a capo dell’omonimo gruppo, con l’obiettivo di acquisire sempre maggiore penetrazione, ampiezza e visibilità al portafoglio. Sempre negli USA, i vini a marchio Serego Alighieri ora vengono importati da Vineyard Brands, azienda specialista di vini premium e ultra-premium. L’operazione rientra nella strategia di rafforzare il posizionamento e sviluppare la penetrazione del marchio Serego Alighieri overseas. Sull’altro grande mercato di riferimento, il Canada, i monopoli si sono mossi a correnti alternata sulla base dell’andamento dei lockdown sanitari.

Masi ha reagito su più versanti: non ha distribuito dividendi per oltre 2 milioni; ha raggiunto un accordo con le Agenzie delle Entrate; ha spostato sul medio-lungo termine debiti finanziari per 19,7 milioni; ha avviato una politica prudenziale sui costi per servizi per oltre 2,8 milioni; ridotto l’indebitamento finanziario netto consolidato di oltre 2,2 milioni. Masi è restata in utile, ma è pronta, ad esempio, a cogliere la riapertura del mercato nordamericano dove la campagna di vaccinazioni sta avendo successo.

Le vendite sono calate del 20,4% da 64,8 a 51,6 milioni€; i mercati americani sono quelli che hanno registrato la contrazione minore (meno 14,3%) mentre il blocco del turismo ha penalizzato le vendite nel “duty free e travel retail”. La contrazione è stata costante nel corso dei diversi trimestri: la forte accelerazione del terzo trimestre (oltre 5 milioni di vendite in più rispetto al quarter precedente) è stata penalizzata dalla seconda ondata pandemica di autunno. Sono calati i premium wines e i top wines (quelli che sono veicolati sostanzialmente dal canale horeca) mentre i classic wines (consumo domestico) hanno praticamente rappresentato il 30% delle vendite complessive.

I costi per servizi diminuiscono di 2.8 milioni (passando da 23 milioni a 20,2 milioni€) in virtù della contrazione delle provvigioni, dei costi di trasporto, ospitalità, partecipazione a fiere ed eventi , mentre i costi per il personale decrementano di 838mile€ (da 9,2 a 8,3 miloni€) per effetto degli ammortizzatori sociali utilizzati in pandemia.

Come si prepara Masi per quest’anno? Oltre ai nuovi accordi negli USA e in Germania, il gruppo guidato da Sandro Boscaini (dalla Valpolicella all’Argentina passando per Conegliano, col prosecco Canevel) si rafforzerà nell’e-commerce con Wine Platform e aprirà il suo ottavo Masi Wine Bar a Monaco di Baviera: un approccio diretto al mercato, saltando ogni intermediazione, intercettando i winelover direttamente sul luogo di consumo. Sembrano più spese per molti, in realtà garantiscono flussi di cassa e revenues molto interessanti ed anticicliche. In più entreranno a regime le vendite  dei Lugana DOC biologici Lunatio e Beldosso, proponendo così al mercato una versione sustainable di una delle denominazioni più di trend nel largo pubblico.  Non ci sarà distribuzione del dividendo, per il secondo anno consecutivo. Questo non farà felici gli azionisti sul breve termine, ma rafforza un sentiment generale positivo degli analisti su Masi Agricola: una condotta prudente, assieme alla valutazione di tutti gli investimenti programmati alla luce del nuovo scenario di mercato. Unico neo? Non dipende da Masi: l’ottima annata agricola 2020 ha portato in cantina un ottimo prodotto che però non potrà essere sfruttato appieno per le politiche di contingentamento attuate dai Consorzi di tutela. Si tratta di vini che andranno sul mercato fra diversi anni, quando la pandemia sarà – si spera – un ricordo e il mercato vorrà prodotto. Mettersi ora dei limiti potrebbe costare caro fra qualche mese.