(di Stefano Valdegamberi *) I protagonisti dell’accordo strategico che ha messo in croce l’aeroporto Catullo, consegnandolo incondizionatamente sotto il controllo di Save, senza alcuna garanzia sugli investimenti per Verona, Confindustria e Confcommercio, sono gli stessi che ieri, nella commissione consiliare del Comune di Verona, hanno ribadito la bontà di quella scelta che ha progressivamente svuotato e marginalizzato lo scalo scaligero.
Perché non si era voluto fare una gara pubblica? Nessuno risponde. Che interessi vengono pilotati dai massimi rappresentanti dietro queste categorie? Certamente non l’interesse per Verona e l’economia veronese che i rappresentanti di Confindustria e Confcommercio dovrebbero rappresentare. Sempre più, invece, appaiono come la lunga mano di una regia che parte da lontano.
Qual è il ruolo della Dirigente di Confindustria Verona nelle decisioni strategiche sulla città di Verona? Da chi riceve ordini? Sono queste le domande che mi pongo. E voi cari commercianti, l’importante è che non vi lamentiate più della decadenza dell’aeroporto poiché, involontariamente, anche voi siete stati e siete tuttora complici delle suo destino. L’operazione Save è stata costruita a tavolino per evitare l’apertura al mercato e il confronto con altri potenziali investitori (sic! Alla faccia della concorrenza e del mercato sempre invocati da Confindustria!). I rappresentanti delle due categorie sono stati allora i protagonisti dello scellerato progetto, fatto passare come l’unico possibile quando non era affatto vero e facendo accodare nelle scelte la debole politica veronese. Per il polo del Nordest con al centro Venezia? Obiettivo vuoto, puro slogan, perché non accompagnato da piani di sviluppo su Verona vincolanti per Save ma solo promesse generiche, puntualmente inattuate. Nel frattempo tutti i voli più interessanti sono passati da Verona a Venezia.
(* Consigliere regionale del Veneto, presidente di Vale Verona)