Sarà il prossimo presidente della Cassa Depositi e Prestiti, oggi è vicepresidente della Banca Europea degli Investimenti (è stato indicato nel 2007 e da allora sempre riconfermato) dopo essere stato braccio destro di Mario Draghi al Tesoro seguendo la stagione delle privatizzazioni. Con Dario Scannapieco (nella foto) è iniziato “col botto” WakeUp Italia, il programma di formazione via web avviato dall’Università di Verona (qui la presentazione ed il programma) e curato dal professor Sergio Noto. Diversi gli spunti importanti lanciati da Scannapieco, laureatosi alla Luiss di Roma e con un MBA alla Harvard di Boston. Verso i giovani studenti universitari: «L’Italia ha un grande potenziale, che è inespresso in larga parte. Dobbiamo scardinare le resistenze, mettere in moto la grande energia che c’è, è ferma, non sfruttata, perchè il Paese deve tornare a crescere. Per dirla con Giovanni Falcone: “che le cose siano così, non vuol dire che debbano sempre restare così”. Tocca a voi, alla vostra generazione, dovete fare, essere ambiziosi e coraggiosi. E non abbiate paura di “sporcarvi le mani” nella pubblica amministrazione: c’è bisogno e si sta lavorando per una sua riqualificazione ed abbiamo bisogno delle migliori energie».
Sulla finanza e le imprese: «C’è l’esigenza di tornare un po’ alle radici della storia bancaria ed uscire da una visione esclusivamente focalizzata sul brevissimo termine. Dopo la crisi del recente passato, e l’opera di pulizia dei crediti deteriorati – oggi in Italia sono tornati al livello del 2009 – il sistema bancario italiano sta meglio di molti altri in Europa. Dobbiamo però iniziare a valutare orizzonti temporali più ampi se vogliamo consentire alle imprese di tornare ad investire e di pianificare. Vale anche per il comparto pubblico che deve obbligatoriamente avviare nuove infrastrutture. Negli ultimi venti anni si è persa un po’ questa cultura – l’esempio è quello dei MedioCrediti praticamente scomparsi – ma l’economia ha bisogno oggi proprio di “investitori pazienti”. Anche perchè, le imprese italiane continuano ad essere troppo piccole e troppo schiacciate sul lato del debito, banco-centriche, senza una attenzione costante alla patrimonializzazione. Dobbiamo intervenire su più leve: rafforzare il mercato del venture capital (che in Italia è un decimo di quello francese o tedesco) e avviare strumenti che favoriscano le fusioni societarie, i rafforzamenti patrimoniali. Vale per il privato, ma vale anche per il pubblico: faccio un esempio, il comparto idrico che rappresenterà una delle prossime emergenze italiane. Il settore vede all’opera 3-400 operatori, in larga parte locali, di limitate dimensioni, che non hanno budget sufficienti per investire con decisione nella gestione del ciclo dell’acqua. Abbiamo bisogno di player più grandi. Altro esempio: l’Italia è settima al mondo nella ricerca scientifica, ma è 50.ma nel trasferimento della nostra ricerca nel settore produttivo. Abbiamo avviato fondi specifici, come BEI, per agevolare questo trasferimento, ma dobbiamo tutti fare di più. Perchè è evidente che è da qui che ripartirà il nostro Paese».
Prossimo appuntamento di WakeUp Italia lunedì 22 marzo con l’AD di Volkswagen Group Italia, Massimo Nordio.