(bg) Il “coccodrillo” è l’articolo che non vorresti fare mai. E quando ti tocca è sempre fonte di sofferenza. Questa mattina se ne è andato Giampaolo Rossignati (nella foto de L’Arena) che assieme ad Augusto Caneva, Sandro Comini e Piero Villotta aveva messo in piedi nel 1985 la redazione veronese de Il Gazzettino allora diretto da Giorgio  Lago.  Una piccola redazione riempita di giovani di belle speranze che poi hanno trovato tutti la loro strada nel giornalismo crescendo nella redazione centrale di Mestre del quotidiano, in quelle provinciali, e in altre testate veronesi e nazionali. Sono passati quasi quarant’anni,  ma ricordo ancora Giampaolo, alla sua scrivania “in fondo a sinistra” di via dietro Liston che inseguiva al telefono i corrispondenti dalla provincia. Lo trovavi lì le domeniche e le giornate di festa fedele alla regola del quotidiano fondato da Gianpietro Talamini, “…il nostro giornale, benché piccolo racconterà sempre tante cose…”.

Non era un capo facile, ma quando sbagliavi – e sbagliavamo – dopo possenti cazziatoni trovava sempre il modo di rientrare con una battuta e ti spiegava perché e dove avevi sbagliato. Sapeva ridere anche dei suoi errori e se c’era da rifare il giornale alle dieci di sera restava a rifarlo al tuo fianco. Non sopportava quelli delle soluzioni facili. Dopo Verona, Rossignati aveva lavorato nella redazione centrale e in quella di Treviso. Era rientrato sulla città per Il Nuovo Veronese. Per Luca Zaia  “Salutiamo un testimone e un cronista di quel Veneto che a cavallo tra gli anni Settanta e la fine del secolo scorso fu protagonista di un cambiamento senza precedenti nella storia della Regione. Nei quotidiani dove lavorò, nelle redazioni di diverse province, in cui ebbe anche incarichi di vertice, fu sempre un osservatore attento della nostra società”.

Di quella redazione, dei fondatori di quella redazione, sono andati avanti in tanti, troppi: Augusto Caneva, Sandro Comini, Piero Villotta, l’impiegato Fausto,  Andrea Cavalcanti, Giampiero Dalle Molle, Germano Mosconi. Con loro alcuni collaboratori importanti: “papà” Ruffo, Gino Colombo, lo stesso Lago…da tutti ho imparato qualcosa, da alcuni praticamente tutto. Ti sia lieve la terra.