Durante tutto l’800 e per una buona metà del ‘900 è stato il francese la lingua delle relazioni internazionali. Un tentativo di fondare una lingua artificiale da usare in tutto il mondo venne fatto con l’Esperanto. Ma fallì, anche perché dopo la 2^ guerra mondiale, con l’affermarsi dell’egemonia angloamericana, l’inglese sostituì il francese, tanto che oggi è una specie di lingua universale. Più s’espande la potenza angloamericana, più l’inglese si diffonde. Più l’inglese si diffonde, più aumenta l’egemonia degli Usa e dell’Inghilterra. Nel parlare quotidiano, noi stessi, senza accorgercene, usiamo un sacco di parole inglesi di cui solo fino a qualche anno fa non solo non conoscevamo nemmeno l’esistenza.
L’inglese è la lingua ufficiale dell’Unione Europea. Perché, si chiede qualcuno, deve continuare ad esserlo ancora dal momento che il Regno Unito se n’è andato? Di tutti i paesi dell’Unione, solo l’Irlanda e Malta hanno come lingua ufficiale l’inglese, ma in realtà hanno una loro lingua parlata che è il “gaelico” per la prima è il “malti” per la seconda. Che senso ha allora continuare ad usare l’inglese? Torniamo alle origini, sostiene chi vorrebbe ripristinare il francese. Ma c’è una terza via. Tornare al Latino. Lo propone un francese, un certo Sundar Ramanadane che in sostanza dice: se adotti il francese s’incazzano i tedeschi, se adotti il tedesco s’incazzano i francesi, allora scegliamo il Latino che può andar bene a tutti. E’ la lingua che ha unito l’Europa con l’Impero Romano, con il Cristianesimo, con l’istruzione, il diritto, la medicina e la Chiesa. Il Francese, l’Italiano, lo Spagnolo, il Portoghese, il Rumeno e altre parlate neo-romanze derivano dal Latino. Inoltre sarebbe utile per creare un’identità europea basata sulle radici storiche e culturali rivitalizzando l’Europa.
E non ci si venga a dire che il Latino è una lingua morta! C’è un esempio sotto gli occhi di tutti che dimostra il contrario. L’Ebraico era una lingua morta. Ma è bastata la volontà politica di farlo rivivere, adattandolo ovviamente ai giorni nostri, ed è diventato la lingua parlata nello stato d’Israele. Perché l’Europa non potrebbe fare altrettanto?