(di Stefano Tenedini) Nell’anno del Covid c’è stato un pezzo d’Italia che non ha lasciato da sole le imprese. La Sace, società del gruppo CDP specializzata nel sostegno alle aziende per export e internazionalizzazione, ha rivendicato così l’incremento a 46 miliardi delle risorse mobilitate a sostegno del Sistema Paese, nel presentare i dati di bilancio del 2020. Sace ha fornito le garanzie per la liquidità durante l’emergenza pandemia e ha impegnato il doppio dei fondi utilizzato nel 2019. E per farlo ha accettato di rinunciare a quasi metà degli utili, che per l’aumento dei rischi di credito e l’incremento prudenziale delle riserve, sono infatti scesi dai 141,6 milioni del 2019 ai 79,7 dello scorso anno.
Nello specifico dei 46 miliardi spesi, Sace ha chiarito che il core business tradizionale per il supporto alle attività internazionali delle imprese è consistito in 25 miliardi, in crescita del 18% sul 2019, mentre altri 21 miliardi sono stati investiti per sostenere i bisogni immediati di cassa attraverso lo strumento Garanzia Italia, e 300 milioni sono stati usati per progetti green e per la transizione energetica. Le aziende che hanno utilizzato il supporto di Sace sono state circa 15 mila, di cui oltre il 90% Pmi e mid corporate.
Da oltre quarant’anni, con alterne vicende ma con uno standing favorevole comunemente riconosciuto, Sace è partner di riferimento per imprese italiane che esportano e crescono nei mercati esteri. Supporta con le sue garanzie finanziarie il sistema bancario per favorire l’accesso al credito delle aziende, con ruolo rafforzato nel 2020 dalle misure straordinarie previste dal Decreto Liquidità. Con un portafoglio di operazioni assicurate e di investimenti garantiti pari a 156 miliardi, Sace serve 26 mila aziende, soprattutto Pmi, favorendone la crescita in Italia e in circa 200 mercati esteri, con un ventaglio diversificato di prodotti e servizi assicurativi e finanziari. I vari decreti dello scorso anno hanno ampliato le azioni di Sace anche sul mercato nazionale, confermandone, precisa una nota della società “il ruolo anticiclico e strategico a supporto del Paese e raggiungendo gli obiettivi di redditività e di sostenibilità economica e patrimoniale”.
“Questi risultati dimostrano che Sace, nonostante un anno straordinariamente complesso, ha saputo mantenere e rafforzare il proprio supporto all’economia italiana, lavorando su tre fronti”, ha dichiarato l’AD Pierfrancesco Latini (a sinistra nella foto, col presidente Rodolfo Errore). “Continuando ad affiancare le imprese italiane nelle attività di export e internazionalizzazione, garantendo l’implementazione dei nuovi mandati che ci sono stati affidati e pianificando la Sace del futuro, in modo da poter sostenere le imprese italiane con strumenti sempre più efficaci nella fase di rilancio. Così i 46 miliardi di risorse sono un segnale importante per guardare al domani con fiducia”.
Le aree verso le quali si sono registrati i maggiori flussi di risorse sono state Medio Oriente e Nord Africa (25%), Europa emergente (21%), Americhe (19%) e Africa Subsahariana (18). I settori più interessati sono stati invece il crocieristico, le infrastrutture e costruzioni e l’oil & gas, con le loro vaste filiere di Pmi subfornitrici specializzate; tuttavia il maggior numero di operazioni si è registrato nel settore della meccanica strumentale (che rappresenta da sola un terzo del totale delle operazioni), seguita dall’agroalimentare e dalle infrastrutture e costruzioni. Le risorse mobilitate da SACE FCT, la società attiva nel mercato del factoring, sono cresciute dell’8% raggiungendo 3,7 miliardi, con un buon contributo del business per la Pubblica amministrazione e verso il mercato domestico.
Un ulteriore tassello al mandato di Sace è stato l’affidamento di ruolo centrale nell’attuare il cosiddetto Green New Deal, il piano europeo che promuove l’Europa circolare, moderna, sostenibile e resiliente. Le garanzie green di Sace sono destinate a finanziare i progetti che hanno la finalità di agevolare la transizione verso l’economia a minor impatto ambientale, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per produzione di beni e servizi sostenibili e promuovere una nuova mobilità a minori emissioni inquinanti.
Per quanto riguarda i risultati di esercizio 2020, i premi lordi generati dalle attività sono di 736,9 milioni, in crescita del 30% sul 2019 per l’incremento dei volumi raccolti nell’anno, a 14,8 miliardi contro 11,8 del 2019. I sinistri liquidati, pari a 163,6 milioni, sono in calo sul 2019. In un anno caratterizzato da una forte complessità, dall’aumento generalizzato dei rischi di credito e del necessario incremento prudenziale delle riserve, Sace precisa di aver realizzato, in linea con le aspettative, un risultato lordo positivo di 110,3 milioni (sceso del 48% dall’esercizio precedente) e un utile netto di 79,7 milioni dai 141,6 milioni del 2019.