Troppa grazia! Gianni Dal Moro, parlamentare Dem chiamato in causa dal sondaggio Winpoll commissionato da Sinistra in Comune (qui il nostro articolo) , commenta a L’Adige le prospettive del Centrosinistra per le prossime Amministrative 2022. Ha visto il sondaggio presentato da Michele Bertucco sulle prossime elezioni amministrative? che ne pensa?
«Si, l’ ho letto. Penso che i sondaggi fatti ora, senza candidati in campo, liste e coalizioni , senza campagne di informazione, siano fuorvianti e qualche mese prima delle elezioni potrebbero essere molto diversi. Ma come base di partenza direi bene per il centro sinistra. Riassumerei così: la destra si divide e il centro sinistra se unito potrebbe approfittarne».
Bertucco non vuole nessuna alleanza con Tosi diversamente correrà da solo…
«Discutere ora con chi dovremmo allearci al secondo turno mi pare francamente incomprensibile. Intanto mi preoccuperei di poterci arrivare. Ricordo cosa ci è già capitato 4 anni fa. Poi l’unica vera alleanza la dovremmo farla soltanto con i cittadini veronesi».
Quindi il centro sinistra deve giocare da solo?
«Concordo con Michele Bertucco, la coalizione deve essere la più larga possibile, ma per vincere la sfida il centro sinistra non è sufficiente, dovremmo rivolgerci anche ai cittadini che in questi anni si sono riconosciuti nell’area moderata e liberal-democratica diversamente ho l’impressione che corriamo il rischio di non essere sufficienti e di parlare solo ai nostri».
Quindi?
«Se il centro sinistra non mette in campo una candidatura autorevole e riconosciuta in grado di rappresentare una guida sicura per il Comune corre il rischio di essere schiacciato dal confronto tra i due Sindaci: Sboarina e Tosi. Le elezioni amministrative del prossimo anno a Verona corrono il rischio di diventare un derby su di loro, una specie di referendum popolare: vota il tuo sindaco, vuoi Sboarina o Tosi? schiacciando il candidato del centro sinistra nell’alveo della brava persona, conosciuta e stimata, ma non in competizione».
Quale dovrebbe essere il profilo del candidato a sindaco del centro sinistra…
«Poco importa che sia una candidata o un candidato espresso dai partiti della coalizione o indicato dal mondo della società civile. Non ritorniamo all’inutile e dannosa querelle tra società civile e classe dirigente dei partiti. Problema che in Italia ha solo la sinistra. Importante è che sia riconosciuto dai cittadini come una candidatura forte e autorevole che parli a tutti e non solo alla sinistra, che includa e non divida, e che i cittadini veronesi pensino sia in grado di guidare il proprio Comune meglio di Tosi e Sboarina. Questo conterrà moltissimo soprattutto al secondo turno».
Il Pd sta corteggiando Damiano Tommasi…
«Personalmente, credo che Damiano Tommasi sia una bella candidatura per valori e per notorietà. Lo avevamo cercato anche nelle ultime elezioni. La sua storia personale è un esempio ed una garanzia per tutti. Spero tanto che accetti. Io lo sosterrò convintamente».
Qualcuno osserva che un giocatore di pallone come Tommasi è sì conosciuto da tanti cittadini, ma non ha alcuna esperienza politica e amministrativa per guidare un Comune importante.
«Intanto Tommasi ha guidato una grande associazione nazionale dimostrando sapienza e determinazione. Poi nella nostra città ci sono grandi competenze riformiste che assieme a Tommasi formeranno una grande squadra veronese».
Quindi nessuna ipotesi di sua candidatura come circola in ambienti veronesi, e non solo, del centro sinistra principalmente nell’elettorato moderato, nel mondo del lavoro e dell’impresa?
«Non sono candidato a nulla. Mi sono meravigliato nel trovarmi nel sondaggio. Ai tanti chi mi hanno chiesto in questi mesi ho sempre detto di non essere la persona giusta. Non sono un personaggio popolare, non ho mai rincorso la notorietà e il consenso fine a se stesso, la rincorsa al populismo, ai selfie, ai comunicati stampa non hanno mai fatto per me. Ho ricevuto molto dal mio partito, più di quello che mi meritavo. In questi anni ho cercato di fare del mio meglio nel ruolo di parlamentare, principalmente sul fronte economico. Su Verona mi sono concentrato sulle grandi scelte strategiche sfuggendo dalla ribalta delle luci mediatiche, preferendo la competenza e il merito alla propaganda».