Passano le settimane, ma il problema resta sempre quello: non ci sono abbastanza vaccini per il potenziale operativo messo in campo nel Veneto. Ma nel frattempo la macchina organizzativa si perfeziona sempre di più. Alcuni centri tamponi, quelli gestiti dall’esercito, saranno trasformati in centri vaccinali. Uno sarà sicuramente quello all’Aeronautica militare a Caluri che, come era stato annunciato, diventerà centro di vaccinazione di massa. La grande novità è la piattaforma regionale che è già partita (www.vaccinocovid.regione.veneto.it). Le prenotazioni di domani sono già sulla piattaforma. Venerdì il centro in Fiera sarà aperto fino a mezzanotte. Ci si può prenotare entrando nella pagina regionale e anche attraverso il sito dell’Ulss 9. Si clicca dove c’è prenotazione Covid 19 (https://vaccinicovid.regione.veneto.it/ulss9). Si mette il codice fiscale che diventa il lasciapassare. Se non ti dà l’accesso è perché non è stato ancora inserita la fascia di utenti (per es. i 60 enni) destinata alle vaccinazioni. I cittadini che non hanno dimestichezza con la tecnologia digitale potranno recarsi in farmacia e prenotare gratuitamente in pochi minuti la vaccinazione anti Covid 19 grazie al protocollo d’intesa siglato tra Regione Veneto, Federfarma e Assofarm che prevede un rimborso di 2,90 euro o 3,10 per quelle più svantaggiate.
«Puntiamo ad utilizzare tutti i vaccini che arrivano e che hanno diverse caratteristiche, visti che non sono equivalenti nè come preparazione, nè come logistica e non per tutti i soggetti – spiega il direttore generale Pietro Girardi -. I numeri stanno crescendo e grossi disguidi non ne abbiamo avuti. Purtroppo attualmente, per le mancate consegne, l’unico vaccino disponibile è Pfizer. Se vediamo che ci sono potenzialità durante la giornata di vaccinare altri abbiamo chiamato i disabili. Non avere solidità di programmazione sugli arrivi dei vaccini ci impedisce di dare profondità a un mese, ma si fermerà poco oltre la disponibilità dei vaccini che abbiamo. A Padova hanno dovuto annullare le prenotazioni. I calcoli che facciamo sono presunti. Stiamo lavorando con le amministrazioni comunali per far crescere le sedi in collaborazione con la medicina generale che ci permetterà di raggiungere le persone a casa che è il loro target principale. Il secondo è per fasce d’età che è da 70 a 79 anni. Per loro potrebbe essere determinante il vaccino Johnson e Johnson che permetterà di immunizzare con unica dose e senza una rigida catena freddo. Coi sindaci cercheremo anche di contattare tutti gli ultra ottantenni che non hanno ancora fatto la prenotazione. Ringrazio le Forza Armate per il loro impegno attuale e futuro. La programmazione territoriale verrà attuata condividendo le decisioni con Ulss e Regione, con l’obbiettivo di garantire la massima copertura possibile a livello provinciale. Il lato bello di questo periodo sventurato è la solidarietà delle persone visti i volontari che stanno dando una mano».
Il problema rifornimenti è evidenziato anche dal responsabile Callisto Marco Bravi: «La capacità di erogare vaccini c’è, ma ci servono le dosi. Sono in corso le categorie fragili, alcune già ultimate, con 20 mila persone vaccinate. Inviato richiesta alle scuole di medicina per coinvolgere anche gli studenti dei corsi professionali infermieri, igienisti dentali, di medicina non laureati anche per attività amministrative. Poi un appello perché serve ancora massima cautela. Il 90% dei contagiati adesso è con la variante inglese che si diffonde di più e quindi dobbiamo intensificare ancora di più le attenzioni altrimenti si resta sempre in zona rossa».