“Not in my house!“: anche i produttori biologici veneti riuniti sotto l’A.Ve.Pro.Bi. (Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici) prendono posizione contro i nuovi progetti di impianti fotovoltaici a terra che sono stati presentati un po’ ovunque in tutta la Regione e in particolare quelli che si presentano come più innovativi sotto il nome di “parco agrofotovoltaico”.
«Siamo venuti a conoscenza che a Loreo – afferma l’Associazione -, nella provincia di Rovigo, si sta per procedere all’autorizzazione di un gigantesco parco fotovoltaico di oltre 60 ettari con l’intento di coltivare la superficie sottostante i pannelli. Su questo si manifesta un ampio scetticismo sulla buona riuscita delle coltivazioni, mentre è certo il devastante impatto ambientale e paesaggistico che ne deriverebbe al territorio circostante che si trova, oltretutto, a ridosso del perimetro del Parco del Delta del Po.
Sembra inoltre, che il terreno interessato sia attualmente condotto con metodo biologico: ci chiediamo se questo possa essere compatibile con una tale installazione dove è chiaro che il reddito di riferimento non sarà sicuramente quello agricolo, ma quello derivante dalla vendita dell’energia. E ci permettiamo di fare un’altra osservazione: quale sarà la difficoltà nel controllo delle infestanti con sopra questa installazione (che richiede di fatto l’assenza di ombreggiamenti di qualsiasi tipo), in un terreno in regime biologico ? In sintesi, si sottrarrà della buona terra che potrebbe essere invece destinata a coltivazioni di qualità. Il terreno ricade, tra l’altro, nel comprensorio del radicchio Igp di Chioggia. Si sottolinea, infine, che l’appezzamento interessato si colloca a fianco di percorsi ciclopedonali particolarmente suggestivi e non saranno da meno i riflessi negativi in chiave turistica, oltre a rendere l’area da rurale a interamente artificiale.
È forte la nostra preoccupazione che questo tipo di iniziative economiche possano riguardare anche numerosi altri comuni della provincia di Rovigo, che porteranno non solo a sottrarre il bene più prezioso che un imprenditore agricolo abbia a disposizione, ma anche ad una gestione insensata del territorio. Pensiamo che dal momento che il Veneto è la prima regione italiana in fatto di consumo di suolo agricolo, sia più sensato installare il fotovoltaico sui tetti delle migliaia di capannoni industriali che occupano la nostra regione o in altre superfici non agricole. Chiediamo, quindi, con forza, alla Regione Veneto di intervenire celermente nell’impedire questo tipo di installazioni mascherate da green economy e continuare, invece, a sostenere la vera agricoltura».