All’udienza preliminare di oggi a Vicenza i difensori degli imputati afferenti alla Società Mitsubishi Corporation e i difensori di alcuni manager Miteni, nonché del fallimento, hanno chiesto per i loro assistiti sentenza di non luogo a procedere. Alla prossima udienza la parola andrà ai difensori degli imputati della lussemburghese Icig e ad altri rimanenti imputati. Il giudice Roberto Venditti ha anticipato di voler chiudere la parte preliminare del processo il 26 aprile prossimo. Gli eventuali rinvii a giudizio, probabili data l’enorme mole di documenti investigativi prodotti dall’accusa, porteranno i 15 imputati del processo Pfas 1 e Pfas 2 davanti alla corte d’Assise. Gravi le accuse, si va dall’avvelenamento di acque e disastro innominato aggravato all’ inquinamento ambientale ex art. 452-bis c.p. Per la parte del procedimento che copre i reati commessi dal 2013 al 2018 la procura di Vicenza ha applicato un rilievo fatto dai legali delle società idriche Acque del Chiampo, Viacqua, Acque Veronesi e Acquevenete (costituitesi parte civile) con cui si riconosce agli imputati la responsabilità della continuazione nel reato, che non si esaurisce nella sua fase iniziale ma che si protrae nel tempo attraverso un’attività ininterrotta che in ogni momento riproduce la lesione del bene ambientale. Di fatto di inquinamento ambientale è diventato imprescrittibile.
La vecchia società Miteni, con Mitsubishi corporation, e la lussemburghese Icig, dovranno, nell’ipotesi di condanna, rifondere i danni causati dall’inquinamento.