Su oltre un milione di vaccinazioni somministrate in Veneto sono 38.645 quelle segnate sotto la categoria “altro”, ovvero non medici, non infermieri, non Oss, non ultra-ottantenni, non personale delle forze dell’ordine o categoria autorizzata. Tra questi si nascondono i famosi “furbetti”, anzi, visto la situazione meglio sarebbe chiamarli “furbastri” che hanno “saltato la fila” e si sono fatti inoculare il vaccino al posto di un altro che ne aveva diritto e che è rimasto senza.
In provincia di Verona sotto la voce “altro” sono segnate 656 persone, tra le quali ci saranno di sicuro dei “furbastri” che verranno perseguiti a norma di legge. Ma non basta. Sappiamo tutti come vanno a finire ‘ste cose: se il reato corrispondente non andrà in prescrizione, ci vorranno anni…e poi? Mica andranno in galera i “furbastri”! Se la caveranno con una multa o con una condanna insignificante. Invece bisognerebbe sputtanarli, rendere noti i loro nomi, esporli alla riprovazione generale mediante una gogna mediatica. La privacy non c’entra. E’ il “furbastro” che ha scelto di rinunciarevi nel momento in cui s’è inserito nel meccanismo di distribuzione collettiva del vaccino, in una situazione in cui è giusto e doveroso sapere chi si è vaccinato e chi no e anche chi ne aveva diritto.
Nella Repubblica di Venezia era stata istituita la figura della “Pittima”. I veneziani, “gran signori” ma soprattutto grandi mercanti, sapevano benissimo che un debitore, per quanto incallito e in malafede, una volta messo in galera non avrebbe mai potuto estinguere il debito. Così avevano istituito la figura della “Pittima”, regolarmente retribuita, che seguiva per la strada il debitore ricordandogli il suo debito, offendendolo e sputtanandolo davanti a tutti.
Ora che l’Ulss paghi una Pittima per ogni “furbastro” pare eccessivo, soprattutto per questioni di bilancio. Ma sputtanare i “furbastri” rendendo pubblici i loro nomi sarebbe una pena molto più efficace della semplice denuncia e se non altro funzionerebbe egregiamente come deterrente.