(di Carlo Rossi) Strano Paese l’Italia. Si lascia spazio, anche sui mezzi di comunicazione televisivi nazionali, e nel mondo del vino questo pare un elemento quasi inevitabile, all’esterofilia inebriandosi, solo a parole, dell’eccellenza dell’autoctono. E’ questo il caso dei vini “underwater” che stanno incontrando un momento di notorietà grazie anche ad importanti investimenti di comunicazione. Piero Lugano, patron di Abissi, è stato in Italia il pioniere nello studio, sviluppo e ricerca dei benefici derivanti dall’affinamento a sessanta metri di profondità nel mare, dello spumante rifermentato secondo il metodo classico. Un ulteriore passaggio innovativo, l’aver valorizzato uve tipiche liguri che stavano andando in dimenticanza.
Piero elabora La Società Agricola Bisson, a Chiavari, nel 1978, con le prime vinificazioni. La filosofia di Pierluigi e la moglie Marta è quella di esaltare le caratteristiche varietali e del particolare territorio ligure, per comunicare nei loro vini l’aromaticità, la mineralità e la vivace personalità, recuperando vigneti e sperimentando vinificazioni. L’azienda produce all’incirca 100mila bottiglie, divise tra bianchi e rossi di carattere, alcuni ottenuti da varietà autoctone quasi scomparse come la bianchetta genovese e il ciliegiolo, oltre alle varietà più conosciute come il vermentino, il bosco e l’albarola, su vigneti estesi su diverse parcelle. Ora anche la cimixa .
Di aspetto molto particolare, lo Scimiscià presenta pampini color terra di Siena. Anche le foglie hanno tinte curiose, con sfumature bluastre. Il grappolo non è molto compatto, a volte spargolo. Gli acini hanno media dimensione, con una buccia coriacea e resistente (adatta per le vendemmie tardive). Piuttosto contenuta è la resa in mosto. Ne scaturisce un nettare polposo, sapido, caldo di alcol ma fresco di acidità, armonico e persistente, dai profumi delicatamente aromatici di frutta, fiori gialli e macchia mediterranea.
A Trigoso, Piero Lugano – che ha terminato nel frattempo la nuova cantina – prepara il vino che verrà poi affinato nel mare. Una riserva con Bianchetta Genovese, Vermentino e la novità della Cimixa, in proporzioni variabili in base all’annata. Risultato, un grande metodo classico pas dosè molto territoriale, pieno, sapido ed elegante. Dopo la presa di spuma l’immersione nelle acque alla profondità di 60 metri a temperatura costante di 15 gradi per 26 mesi. Riemerge e viene messo in punta e dopo complessivi 34 mesi sboccatura e ricolmatura dello stesso spumante senza dosaggi. Un privilegio degustare questo vino ambasciatore della capacità e del genio italico di cui bisognerebbe parlare di più. Da qui son partiti tutti gli altri. Bel colore giallo intenso quasi color mimosa, profumo ampio e durevole, note floreali primeggiano su quelle agrumali che arrivano dopo qualche minuto. Non manca un accenno di odori balsamici, di fieno e timo. Sapido ed armonico per 12,5 gradi alcol. Bollicine copiose e finissime. Spuma bianca come quella del mare che si infrange sulle rocce. Sboccatura 2020.