(di Giancarlo Montagnoli – Azione Verona) Non è un bello spettacolo quello che si sta consumando attorno alla ricapitalizzazione dell’Aeroporto e della Fiera. Non fa bella figura il Comune che, qualsiasi quota abbia nell’una o nell’altra società, dimostra di non avere l’autorevolezza necessaria per mettere ordine in una situazione già difficile che il Covid ha solo peggiorato. Di fatto, è un socio tra gli altri e l’unico merito è, forse, quello di essere stato il primo a dire che avrebbe fatto la propria parte per raggiungere i 30 milioni necessari per la Fiera e i 35 per l’Aeroporto.

Eppure, lo spazio per la politica ci sarebbe, eccome! Ad esempio, rendendo chiaro ai veronesi (sì, perché alla fine, i soldi sono loro) a quale progetto o piano industriale che dir si voglia è legata l’iniezione di liquidità che viene richiesta, in altre parole come si intende affrontare il post-pandemia, con quali benefici per il nostro territorio. Sì, perché finora si è parlato di soldi, ma non di idee. Quelle che ci sono datate (come il progetto Romeo all’aeroporto, indispensabile ma non sufficiente) o pensate prima della pandemia (come in Fiera). E, purtroppo, il futuro prossimo non ci lascia molte speranze che le cose si risolvano da sole. C’è un secondo tema che tocca alla politica affrontare ed è quello delle alleanze, cioè della vocazione del territorio, della direzione del suo sviluppo. Quando lo si farà sarà sempre tardi. Quello che sta succedendo in Cattolica, dove il legame col territorio verrà forse mantenuto all’interno della quota riservata alla minoranza, è lì davanti a noi.

Non se la cava meglio la Fondazione Cariverona che, dopo aver ruggito in Aeroporto contro il socio privato, non ha dato seguito ai propositi bellicosi. Anzi, ha replicato in Fiera dichiarando disponibilità a partecipare all’aumento di capitale e, contemporaneamente, subordinandola a una serie di condizioni. Forse è il caso che l’amministrazione Comunale risolva i problemi legati al piano Folin se vuole avere dalla sua parte l’ultimo soggetto finanziario rimasto in città.

Infine, la Camera di Commercio che sembra immaginare di poter condizionare il socio privato in Aeroporto dopo che non c’è riuscita con Aerogest, la società dei soci pubblici di cui aveva la presidenza e che adesso è stata sciolta. E in Fiera fa dichiarazioni di sufficienza nei confronti dei dubbi della Fondazione dicendo che non sarà un problema eventualmente trovare chi metta i soldi al suo posto. Invece, il Sindaco dovrebbe chiedere proprio alla Camera di Commercio, per gli interessi che rappresenta e per aver espresso il presidente in entrambe le società da ormai molti anni, di farsi carico non di sostituire la Fondazione, che i soldi li ha, bensì di almeno una parte della quota che dovrebbe versare il Comune. In una situazione difficile come l’attuale, sarebbe meglio che il Comune destinasse le sue risorse alle famiglie e la Camera di Commercio alle imprese dedicate allo sviluppo del territorio. E pazienza se questo volesse dire che la quota del Comune in Fiera, ad esempio, diminuirà. Se ricapitalizzare Aeroporto e Fiera è necessario, quello che conta è che sia l’occasione per decidere dove andiamo. Ma questo non è quello che vediamo in questa occasione.