Prosegue in Consiglio comunale l’esame del bilancio di previsione 2021-2023. Un documento finanziario impostato per affrontare una situazione che risente ancora fortemente della crisi legata al Covid e, in particolare, del suo impatto sulle entrate comunali. Inoltre, a generare ulteriore incertezza finanziaria, le mancanza da parte del Governo di chiare politiche, salvo il rifinanziamento, per circa 500 milioni, del cosiddetto ‘fondone’ volto ad assicurare le funzioni fondamentali degli Enti locali. Caratteristiche e criticità del documento finanziario sono state illustrate all’aula dall’assessore al Bilancio Francesca Toffali. Collegati alla delibera 1236 emendamenti.

“Un bilancio complesso, che forse per la prima volta nella storia del Comune di Verona – sottolinea l’assessore Toffali – è chiamato a rispondere a difficoltà economiche-sociali mai affrontate prima. La crisi economica attraversata è ben rappresentata dai numeri, con mancati introiti già previsti per il 2021 pari a circa 3.4 milioni di euro in meno dal gettito Imu; 2,3 milioni di euro dall’Irpef; 2,7 milioni in meno dal gettito d’imposta; 4,4 milioni di euro in meno derivanti dagli ingressi ai musei e dalla vendita delle veronacard.
Nonostante questo, i servizi erogati dal Comune non hanno registrato alcuna modifica, anzi, sono stati incrementati sul fronte del sociale e degli aiuti riconosciuti alle famiglie in difficoltà. Lo sforzo di questa Amministrazione è stato quello di continuare a garantire i servizi erogati ai cittadini veronesi e ad implementare le risorse per i servizi rivolti alle famiglie e alle categorie più fragili della popolazione.
Spiace constatare che la minoranza, nonostante i tanti proclami, continui ad ignorare completamente l’impegno dell’Amministrazione. Il bilancio 2021 è coerente, responsabile e attento alle necessità di tutta la cittadinanza, nessuno escluso”.

All’illustrazione dell’assessore è seguita la relazione di minoranza effettuata dal capogruppo Sinistra in Comune Michele Bertucco. “Le risorse da investire per alleviare gli effetti della crisi alle persone e alle famiglie meno avvantaggiate – dichiara Bertucco – possono venire dalla razionalizzazione delle 107 partecipazioni in cui il Comune di Verona è ancora inserito. Molte di queste società hanno un’utilità solo politica e presentano una gestione inefficiente. Il Comune dovrà infatti ripianare, utilizzando l’avanzo di amministrazione del bilancio 2020, 2,4 milioni di buco di Amt e, in quota parte, anche i 20 milioni di buco della Fiera. A tutte queste criticità il Comune risponde con le multe, con una previsione di entrata per 19,9 milioni di euro. Oppure attraverso le sue partecipate, da cui sono previste entrate pari a 23,6 milioni di euro, per la maggior parte provenienti da Agsm per 19,6 milioni e il resto dai dividendi delle Autostrade”.

Bilancio di previsione 2021 – 2023. Le entrate correnti per il 2021 ammontano a 317 milioni di euro, nel 2020 erano 340,3 milioni di euro. Una diminuzione che, al fine di garantire l’equilibrio di bilancio, è stata compensata principalmente attraverso: l’utilizzo dell’avanzo vincolato; l’applicazione di politiche di contenimento di alcune spese; l’operazione di rinegoziazione dell’indebitamento del Comune, posta in essere anche nell’esercizio appena trascorso.

Variazioni a bilancio per Covid-19. Fra le principali voci di entrata che subiscono variazioni, sulla base dell’andamento effettivamente registrato a conclusione dell’esercizio 2020: il gettito IMU previsto in diminuzione per circa 3.4 milioni di euro; il gettito dell’addizionale IRPEF, prevista in diminuzione per circa 2.3 milioni di euro; il gettito dell’imposta di soggiorno, prevista in diminuzione per circa 2.7 milioni di euro, ma sperando in una ripresa dei flussi turistici a partire da questa estate. Inoltre, minori introiti derivanti dagli ingressi ai musei e dalla vendita delle Veronacard previsti in diminuzione complessivamente per circa 4.4 milioni di euro, rispettivamente 3 milioni per i musei e 1.4 milioni per la Veronacard.
Nel corso del 2021 sono complessivamente previste entrate di natura tributaria pari a 194.814.192 euro, in diminuzione rispetto ai 206.009.526 euro previsti nel 2020. La spesa prevista per il 2021 presenta un totale costi pari a circa 317 milioni euro (330 milioni di euro nel 2020 a 319 milioni di euro nel 2019).

In particolare, la spesa per acquisto di beni e servizi – prevista inizialmente per l’esercizio 2020 in 158,5 milioni di euro – rimane pressoché invariata nel 2021, la cui previsione è infatti pari ad 158 milioni di euro.
La spesa per trasferimenti correnti per il 2021 è prevista in euro 44.541.099,37 ed è riferita alle spese per trasferimenti verso amministrazioni pubbliche per 30,4 milioni di euro, a famiglie per 7,9 milioni di euro e ad Istituzioni sociali private per 6,2 milioni di euro.