Ce l’aveva detto l’avvocato Giovanni Chincarini, di Peschiera, difensore del piastrellista brasiliano di Monzabano vincitore di 3 milioni di euro al gratta e vinci. « Non c’è niente di illecito! Sto aspettando l’archiviazione del caso. Il mio cliente ha solo avuto due colpi di fortuna ravvicinati, favoriti solo – ci ha raccontato l’avvocato- dalla sua mania di comprare cartelle del “gratta-e-vinci” a nastro. Ne compra anche per 300 euro alla volta! E mi ha anche confessato che, tutto sommato, anche senza la super-vincita, ci aveva comunque guadagnato qualcosa o, alla peggio, era andato in pari».
L’avvocato aveva ragione: la Guardia di Finanza, che insospettita dalla rarità del caso, aveva aperto un’indagine per verificare che non si fosse trattato di una truffa a carico di Lottomatica, la società che gestisce il ”gratta-e-vinci”, ha appurato che è stato tutto regolare. Il piastrellista brasiliano non è un truffatore. Non é la pedina di un’articolata organizzazione criminale con infiltrati nei vari livelli della produzione e della distribuzione delle cartelle del “gratta-e-vicni”. E’ solo uno che per combinazione ha avuto due colpi di fortuna, uno dietro l’altro: 2 milioni con il biglietto comprato a Garda e uno con quello comprato nel mantovano. 3 milioni in tutto. Fortunato, ma anche di buon cuore, se subito ha pensato di inviare 800 mila euro alla sua famiglia d’origine in Brasile.