Il Covid? Ne usciremo soltanto nel primo semestre del prossimo anno e Mario Draghi (ma non l’Italia) sarà uno dei vincitori del challenge globale che si è scatenato sulla pandemia. E chi ci guadagnerà di più, guarda caso, saranno proprio i cinesi. Gli Italiani guardano agli ultimi mesi (speriamo) di epidemia con una sorta di calma rassegnazione: “io speriamo che me la cavo” sta tutto nelle mani del premier cui vengono affidate tutte le chiavi della ripresa di casa-Italia. Lo dice il Rapporto Coop 2021 “Rethinking the future” che nelle scorse settimane ha sondato un panel di quasi mille opinion maker (L’Adige ha partecipato alla rilevazione) nel Paese. Ebbene, per il 74% del campione “l’effetto Draghi” renderà la ripresa più agevole e sicura e per il 75% il nuovo governo aumenterà il peso dell’Italia in ambito europeo ed internazionale. Mario Draghi, infatti, è il terzo politico più influente al mondo alle spalle di Joe Biden e del leader cinese Xi Jinping e fra i leader dell’Unione è quello ampiamente più affidabile. E’ infatti finita la stagione politica di Angela Merkel e di Emmanuel Macron che, rispetto al 40% di preferenze per Draghi, non raggiungono che l’8 ed il 3%. Persino Ursula van der Leyen non riesce a raccogliere che la metà delle percentuali dell’ex banchiere.
L’Italia – Draghi o non Draghi – non uscirà però dal suo ruolo “regionale”: Cina e USA trarranno i benefici maggiori dalla pandemia seguiti dal Regno Unito. Il Bel Paese, invece, resterà nelle retrovie per oltre la metà del campione e soltanto un 2% degli intervistati (in larghissima parte figure dirigenziali) vede l’Italia vicina al podio. Cosa può cambiare questo trend, diciamocelo, invero pessimista? Da un punto di vista psicologico una buona stagione meteo col ritorno del turismo migliorerebbe l’umore degli Italiani, meglio se accompagnati anche da incentivi per portare più persone in vacanza e, ricordando il cielo sopra Berlino del 2006, una bella vittoria degli Azzurri di Mancini spingerebbe il Pil: una vera botta di entusiasmo che si tradurrebbe in borse della spesa più pesanti. Ma restando coi piedi per terra, il Rapporto Coop scommette su tre eventi: la leadership di Mario Draghi nel mondo, piena libertà di circolazione in Italia e nuovi accordi bilaterali sul commercio per riaprire i mercati ai nostri prodotti. Per il 69% del campione il made in Italy va protetto di più – e questo rafforza l’affermazione precedente – ed andrebbero aiutate di più le PMI a percorrere le vie dei mercati esteri nell’attesa di una ripresa dei consumi interni che può ripartire soltanto lavorando sulla leva fiscale, accise, IVA e superbonus. Per ripartire, andrà risolto anche il gender gap che vede le donne italiane ancora in difficoltà sul tema del lavoro e di una corretta retribuzione e fatta valere l’opzione green investendo nella riconversione in chiave sostenibile del sistema produttivo e nella produzione di energia da fonti rinnovabili: tre leve che spingerebbero il PIL.