Ci risiamo. Prima perché aveva cantato “Faccetta nera” alla “Zanzara”, adesso perché è andata a rendere omaggio ai caduti della 2^ guerra mondiale, sia italiani che tedeschi, Elena Donazzan, nella foto qui sotto è di nuovo al centro di una polemica.

ELENA DONAZZAN

Il 25 aprile scorso l’assessore regionale di Fratelli d’Italia era andata alla foiba del Bus de la Spaluga, sull’altipiano di Asiago, a rendere omaggio a coloro che vi erano stati uccisi durante l’ultima guerra mondiale. Aveva anche spiegato, a scanso di polemiche e visti i precedenti, che il suo gesto era improntato alla “pacificazione nazionale” e voleva essere una commemorazione delle vittime di ambo le parti. Sono passati quasi 80 anni e come con cerimonie comuni viene onorata la memoria dei caduti italiani ed austro-ungarici della 1^ guerra mondiale, non si vede perché non si possano commemorare anche quelli della 2^. In fin dei conti non sono tutti dei poveri cristi mandati a morire? Sicuramente fra i milioni di morti ci saranno anche state della carogne, ma la maggior parte a combattere, o per gli uni o per gli altri, c’è stata mandata. Ognuno ha lasciato a casa una madre, una moglie, una fidanzata, dei figli. Poco importa che lingua parlassero. Questo l’atteggiamento che si dovrebbe tenere nei confronti dei caduti di tutte le guerre.

Invece l’Anpi (l’ass.ne partigiani ) lancia una petizione per chiedere le dimissioni dell’assessore perché «non possono tollerare che si mettano sullo stesso piano vittime e carnefici». Ma quelli che a distanza di 80 anni «non possono tollerare» sono a tutti gli effetti degli intolleranti. Oppure credono di essere ancora in guerra, il che sarebbe preoccupante soprattutto per loro.
Invece per vivere assieme ed in pace sono ben altre le cose da non tollerare! Non certo la pìetas nei confronti dei morti. A Verona, adiacente a Corte Pancaldo, c’è il Cimitero austro-ungarico, dove sono sepolti i soldati che hanno combattuto contro gli italiani durante la 1^ guerra mondiale. Vengono giustamente commemorati ogni anno. E nessuno ha niente da dire.