Approvato nel Consiglio comunale di questa sera, con 25 voti favorevoli, 11 contrari e 1 astenuto, il bilancio di previsione 2021-2023. Iniziato il 23 aprile scorso, con l’intervento dell’assessore al Bilancio Francesca Toffali, l’esame del documento finanziario ha richiesto complessivamente cinque sedute, tutte effettuate in modalità streaming. Il dibattito, avviato con la relazione di minoranza del capogruppo Sinistra in Comune Michele Bertucco, è proseguito nelle sedute del 23 e 28 aprile, con gli intervenuti dei consiglieri Pd Federico Benini e Stefano Vallani ed Elisa La Paglia, Gruppo Misto Carla Padovani, Traguardi Verona Tommaso Ferrari, Lega Alberto Zelger, Fare Verona Patrizia Bisinella e Paolo Meloni, Lista Tosi Daniela Drudi, Alberto Bozza e Flavio Tosi, Movimento 5 Stelle Marta Vanzetto, Forza Italia Paola Bressan e Fratelli d’Italia Nicolò Sesso.
In prima battuta, con l’apertura del dibattito, nella seduta del 23 aprile, era stata depositata da parte dei gruppi consiliari di centrodestra, una mozione di maggioranza, primo firmatario il consigliere Paola Bressan. Il documento indicava gli interventi di aiuto sociale ed economico definiti dalla sola maggioranza, su cui l’Amministrazione si sarebbe impegnata ad investire, nel rispetto degli equilibri di bilancio, parte delle risorse finanziarie provenienti dell’avanzo libero.
La mozione è stata successivamente modificata, a seguito di un animato confronto politico fra maggioranza ed opposizione, avvenuto il 30 aprile durante una capigruppo che ha di fatto sospeso i lavori del Consiglio. Il nuovo testo, con primo firmatario il presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio e sottoscritto da tutti i capigruppo, raccoglie idee e proposte di tutte le rappresentanze politiche presenti in aula.
La nuova mozione bipartisan è stata approvata all’unanimità, con 36 voti favorevoli. Il documento impegna l’Amministrazione, nel rispetto degli equilibri di bilancio, a destinare parte dell’avanzo; per aumenti di capitale o contributi straordinari da riconoscere a realtà societarie comunali riconosciute quali motori dell’economia veronese; implementare risorse e servizi rivolti alle famiglie in difficoltà economica e categorie fragili, prevedendo di destinare il 9% dell’avanzo; determinare agevolazioni e sgravi alle utenze domestiche per il pagamento della Tari, avendo particolare attenzione alle attività produttive obbligate a sospendere l’attività, destinando il 9% dell’avanzo. E, ancora, destinare una somma non inferiore al 22% dell’avanzo per azioni a sostegno di tutte le attività maggiormente colpite dalla crisi economica, avendo particolare attenzione alle realtà culturali, dello spettacolo, del commercio, del settore ristorazione e dei servizi turistici o di organizzazione eventi, operanti nel territorio veronese, che hanno subito un grave calo di fatturato annuo nell’esercizio 2020. Inoltre, destinare un contributo pari al 2,5%, per ampliare i servizi all’infanzia, in particolare all’aumento dei posti disponibili negli asili nido comunali; destinare un contributo del 2,5% per realizzare un piano straordinario di digitalizzazione delle procedure interne del Comune e dei servizi erogati ai cittadini.
Erano stati collegati alla delibera 1.236 emendamenti. Con la definizione della mozione bipartisan è stato concordato, con i gruppi di opposizione, il ritiro della maggior parte degli emendamenti collegati, per consentire di arrivare, nella seduta odierna, all’approvazione del bilancio. Sono stati quindi votati 108 emendamenti, di cui 26 già accolti dall’assessore Toffali.
Durante il discorso di chiusura del sindaco, avvenuto nella seduta del 28 aprile, Federico Sboarina ha evidenziato come, sia per il bilancio di 2021 che per quello 2020, “il documento finanziario sia stato impostato per affrontare una situazione fortemente condizionata dalla crisi legata al Covid e, in particolare, del suo impatto sulle entrate comunali. Uno stato di emergenza che i consiglieri di opposizione hanno strumentalmente lasciato a margine delle loro considerazioni, quando nella realtà, purtroppo, è il centro di ogni discussione ed azione. Quello che ha generato la pandemia, infatti, è un disastro che ha duramente colpito la nostra città ed il suo complesso ed importante tessuto economico e sociale. Se non si parte da questo presupposto diventa impossibile comprendere le scelte portate avanti dall’Amministrazione che, dall’inizio dell’emergenza, è sempre stata in prima linea in ogni azione di supporto alla città. Un’efficienza dimostrata in più occasioni, che ha portato alla realizzazione di svariati interventi di aiuto alla comunità veronese e al coordinamento, in collaborazione con Ulss 9 e Azienda Ospedaliera di Verona, della campagna vaccinale.
Grazie all’atteggiamento lungimirante dell’Amministrazione siamo oggi in grado di utilizzare risorse importanti dell’avanzo di bilancio, utile per intervenire a supporto dei principali asset della città, come la Fiera, Fondazione Arena e le partecipate del Comune. A chi sostiene che parte di queste risorse, circa 10 milioni di euro, andrebbero convertite in aiuti per le attività economiche del Terziario in difficoltà, ricordo che è stata registrata nel 2020 una perdita pari a 6 miliardi 302 euro collegata a circa 20 mila imprese iscritte a Confcommercio in difficoltà. Una cifra impossibile da ristorare per il Comune. Queste risorse, invece, rinvestite a sostegno degli asset principali della città, che generano ricchezza per tutto il territorio, diventano scelte importanti per far ripartire l’economia della città. Punto di partenza essenziale per ridare nuova forza al tessuto economico veronese. La nostra visione della Verona di domani è chiara ed il suo percorso di realizzazione è già iniziato, con l’avvio di molte scelte strategiche fondamentali”.
Bilancio di previsione 2021 – 2023. Le entrate correnti per il 2021 ammontano a 317 milioni di euro, nel 2020 erano 340,3 milioni di euro. Una diminuzione che, al fine di garantire l’equilibrio di bilancio, è stata compensata principalmente attraverso: l’utilizzo dell’avanzo vincolato; l’applicazione di politiche di contenimento di alcune spese; l’operazione di rinegoziazione dell’indebitamento del Comune, posta in essere anche nell’esercizio appena trascorso.
Variazioni a bilancio per Covid-19. Fra le principali voci di entrata che subiscono variazioni, sulla base dell’andamento effettivamente registrato a conclusione dell’esercizio 2020: il gettito IMU previsto in diminuzione per circa 3,4 milioni di euro; il gettito dell’addizionale IRPEF, prevista in diminuzione per circa 2,3 milioni di euro; il gettito dell’imposta di soggiorno, prevista in diminuzione per circa 2,7 milioni di euro, ma sperando in una ripresa dei flussi turistici a partire da questa estate. Inoltre, minori introiti derivanti dagli ingressi ai musei e dalla vendita delle veronacard previsti in diminuzione complessivamente per circa 4,4 milioni di euro, rispettivamente 3 milioni per i musei e 1,4 milioni per la veronacard. Nel corso del 2021 sono complessivamente previste entrate di natura tributaria pari a 194.814.192 euro, in diminuzione rispetto ai 206.009.526 euro previsti nel 2020. La spesa prevista per il 2021 presenta un totale costi pari a circa 317 milioni euro (330 milioni di euro nel 2020 a 319 milioni di euro nel 2019).
In particolare, la spesa per acquisto di beni e servizi – prevista inizialmente per l’esercizio 2020 in 158,5 milioni di euro – rimane pressoché invariata nel 2021, la cui previsione è infatti pari ad 158 milioni di euro.
La spesa per trasferimenti correnti per il 2021 è prevista in euro 44.541.099,37 ed è riferita alle spese per trasferimenti verso amministrazioni pubbliche per 30,4 milioni di euro, a famiglie per 7,9 milioni di euro e ad Istituzioni sociali private per 6,2 milioni di euro.