Quindici anni fa, all’Ospedale di Borgo Trento, spirava dopo dieci giorni di agonia il maresciallo dei carabinieri Enrico Frassanito, vittima di un attentato terroristico in Iraq, a Nassirya, costato la vita ad altri tre militari dell’Arma e ad caporale rumeno. La notizia del decesso del maresciallo (poi promosso sottotenente e decorato con la Croce d’Onore) giunse in contemporanea con l’arrivo a Roma delle spoglie del capitano Manuel Fiorito, ucciso in Afghanistan negli stessi giorni nel periodo più tragico per militari veronesi dalla fine della Seconda guerra mondiale. Frassanito, sebbene nato a Padova, era un veronese a tutti gli effetti: figlio d’arte, suo padre comandava una stazione di Carabinieri a Verona, il sottoufficiale prestava servizio a Sona e risiedeva a Sommacampagna.
L’attentato era avvenuto alle ore 8.50 (le 6.50 in Italia) nel quadrante sud-ovest di Nassiriya, il 27 aprile del 2006: venne fatto esplodere un ordigno contro una colonna di mezzi dei Carabinieri che stava raggiungendo il Centro operativo provinciale interforze. Frassanito fu ricoverato nell’ospedale di Kuwait City, trasferito in seguito in Italia, a Verona, dove spirò per “shock settico irreversibile”. Per l’attentato i terroristi usarono un ordigno ad alto potenziale. A collocarlo gli ex-servizi segreti di Saddam Hussein. L’attentato venne poi rivendicato da due gruppi estremisti: le Brigate Imam Hussein già responsabili di altri atti terroristici contro le truppe anglo-americane, e l’Esercito islamico in Iraq, che faceva capo ad Al Zarqawi. Questa la motivazione della Croce d’Onore: Componente del plotone info-investigativo dell’Unità di manovra del Reggimento M.S.U. nell’ambito dell’operazione “Antica Babilonia”, il 27 aprile 2006, nel corso di trasferimento presso il locale Provincial Joint Operation Center a bordo di convoglio blindato, rimaneva gravemente ferito dalla deflagrazione di un insidioso ordigno di devastante potenza, fatto esplodere da ignoti terroristi al passaggio degli automezzi, decedendo dopo alcuni giorni a seguito delle lesioni riportate. Chiaro esempio di elette virtù militari, elevatissimo senso del dovere ed assoluta dedizione al servizio costantemente testimoniati sino all’estremo sacrificio contribuendo ad elevare il prestigio dell’Italia, delle sue Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri”.